Scende in Europa il tasso di abbandono precoce dell’istruzione scolastica (nel 2015 è stato dell’11%, un solo punto oltre l’obiettivo fissato del 10% entro il 2020), un fenomeno che può essere prevenuto col potenziamento della formazione professionale e soprattutto cominciando a combatterlo fin dai primi anni della scuola. Un forte invito in tal senso è giunto dai partecipanti alla prima Biennale della Scuola ideata e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze svoltasi al Teatro Niccolini di Firenze in occasione del convegno europeo intitolato ‘Magnetica. La scuola che non disperde’ realizzato da Fondazione CRF in collaborazione col Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze.
Cala il tasso di abbandono degli studi La riduzione di coloro che lasciano il percorso scolastico è infatti anche il risultato di numerosi progetti attivati negli ultimi tre decenni anche se molti di questi rimangono esperienze isolate e non riescono ad essere messe a sistema. Un primo e inedito spaccato sulla situazione in Europa, è giunto da uno studio, durato quattro anni e condotto dal Cedefop, l’Agenzia della Commissione europea che si occupa di educazione e sviluppo della formazione professionale, che è stato presentato in anteprima assoluta stamani. Dai dati raccolti emerge che 8 dei 9 Stati membri Ue con i più alti tassi di iscrizione ai percorsi di istruzione e formazione professionale presentano un basso tasso di abbandono scolastico precoce (meno del 10%, cioè al di sotto dell’obiettivo UE) e che 1/3 dei giovani che abbandonano gli studi, rientra nei percorsi scolastici conseguendo un diploma di istruzione superiore, che nella maggior parte dei casi è un titolo di istruzione e formazione professionale. L’Italia è in una posizione mediana col suo 14,7%, sotto la soglia del 16% fissata dal Governo. Il fenomeno dell’abbandono interessa nel nostro Paese complessivamente 750.000 ragazzi su una popolazione scolastica di circa 7.800.000 dalla primaria al termine della secondaria di II grado con un costo, per lo Stato che è stimabile in circa 70 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil (dati relativi al 2014).
Puntare sulla formazione «Questa nuova iniziativa di ampio respiro – ha dichiarato il Direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Gabriele Gori – si colloca nel nostro percorso, avviato dal 2014, di sostenere fortemente quei progetti per l’innovazione e l’aggiornamento della didattica e della formazione dei quali fa parte il programma triennale ‘NoOut’. Si tratta di un modello di intervento che previene e cura il fenomeno della dispersione scolastica e che coinvolge tutti gli ordini scolastici, dalla primaria alla secondaria di primo e secondo grado fino alle classi già in drop-out. Tra recupero di competenze, orientamento narrativo e accompagnamento al lavoro, il progetto ha già dimostrato di poter incidere tanto sulle competenze quanto sul welfare scolastico. Lo star bene a scuola è infatti tra i presupposti del successo educativo. L’iniziativa, che si svolge in tutta la Toscana, prevede un piano di valutazione scientifica dell’efficacia degli interventi. E i primi risultati sono già incoraggianti». «Il tema preoccupa e interessa il Ministero, lo Stato e tutti noi – ha osservato il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Gabriele Toccafondi – e il nostro impegno è totale per contrastarlo con un modello di scuola che sia sempre più luogo di esperienze, di formazione, di educazione, di ingresso nel mondo del lavoro, come emerge anche dal convegno di oggi. Le cifre parlano da sole: l’abbandono nel nostro Paese nella fascia 18-24 anni è passato da 19,2% del 2004 all’attuale 17% ma resta sempre molto alto; la disoccupazione giovanile è cresciuta dal 20% del 2008 all’attuale 37% e non ci fanno stare tranquilli i 2 milioni e 300mila ragazzi chiamati NEET, cioè non impegnati nello studio, né nel lavoro e né nella formazione. Ma sappiamo anche che oltre 60mila aziende stanno cercando personale con precise competenze e che nei prossimi 5 anni ci saranno 2 milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro il 70% dei quali ha però necessità di competenze medie e medio-alte. Siamo certi che la scuola è il luogo privilegiato per trovare queste risposte tanto che stiamo potenziando le esperienze di alternanza scuola lavoro (lo scorso anno lo ha fatto l’86% degli istituti italiani), finanziamo quest’anno 60 laboratori territoriali e 7.000 plessi scolastici saranno aperti tutto l’anno per rendere la scuola un luogo anche di aggregazione, di socialità, di cultura, oltrechè di apprendimento. Questo è quanto ci stiamo impegnando a fare, ma è molto positivo che in questo cammino certo non facile abbiamo importanti istituzioni che si muovono sulla stessa lunghezza d’onda come dimostra questo importante convegno e le tante energie che, da tempo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze sta dedicando al variegato mondo dell’educazione».