renzitwitterIl #matteorisponde trasloca a Palazzo Chigi. La formula è sempre la stessa, il colloquio diretto via twitter con i cittadini. Era cominciato a Firenze, quando Matteo Renzi, da sindaco, inaugurò l’appuntamento. Poi il trasloco a Roma, il segretario del Pd ripristinò il #matteorisponde in scala nazionale. Dal 7 febbraio però si era interrotto. Oggi, a sorpresa, l’annuncio su twitter: si riparte e a rispondere questa volta c’è il presidente del Consiglio, alle 14. Resta la formula, ma cambia la location: il #matteorisponde si svolge nella sala stampa di Palazzo Chigi, senza giornalisti, tranne i pochi stabili nelle postazioni del palazzo, ci sono però fotografi e televisioni. 

1 su 10 ce la fa Renzi arriva con il suo computer, tono informale, la solita camicia bianca senza giacca e una cravatta azzurra. Alle spalle le bandiere italiana e dell’Unione europea. Twitta in una sala stampa praticamente vuota, quindi seleziona, come lui stesso dice, le domande più istituzionali, tralasciando quelle sul Pd. Una trentina in tutto, scelte fra circa 300. Renzi si concentra sul computer, ma spesso commenta in favore di telecamere, che guarda fisso con la solita maestria, prende l’agenda, ricorda gli appuntamenti, risponde cinguettando sui temi dell’attualità. Lo streaming dalla sala stampa di Chigi è più comodo, spiegano dall’ufficio stampa, la location istituzionale è più adeguata al ruolo di presidente del Consiglio. E ci saranno altri appuntamenti, anche se la periodicità non è stabilita. 

Attento al fake Il #matteorisponde è ormai un marchio del presidente, che pare tenerci molto: «Da Bondi a Batistuta, c’è di tutto. Poi i ‘fake’ sono straordinari…», commenta Renzi. Certo, si seleziona opportunamente: «C’è una serie di tweet in fiorentino che vi risparmio…». Si cassa, all’occorrenza: «Le domande devono essere puntuali, non si fanno domande generiche, a piacere…». Si scherza, con gli utenti e con il portavoce Sensi: «Mi guarda male, devo smettere subito…». Infine la sintesi sui cavalli di battaglia, riforme, economia, scuola, e il commiato con il solito e beneaugurante «La Rivoluzione è appena cominciata». In tutto, un’oretta, in velocità e allegria, come è nello stile del personaggio.