31 gennaio: crollano le mura medievali a Volterra

Una lettera inviata al premier Matteo Renzi, un appello per presentare urgentemente in Consiglio dei Ministri una proposta volta ad istituire un “Fondo di Patto” di una certa ampiezza, per il comparto degli Enti Locali, in modo che le spese di investimento per la manutenzione ed il restauro del Patrimonio Culturale di proprietà pubblica, non vengano computate a fini del rispetto del Patto di Stabilità interno ai singoli Enti. E’ quanto chiedono il sindaco di Volterra Marco Buselli e quello di San Gimignano, Giacomo Bassi, anche in qualità di vicepresidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, in una lettera inviata anche ai ministri della Cultura, delle Finanze, dell’Ambiente e dell’Istruzione. Un appello a cui hanno aderito cento sindaci da tutta la Toscana.

Il recentissimo crollo delle mura medievali a Volterra – si legge nella lettera -, ma anche quelli avvenuti in altre realtà, impongono la necessità di non rassegnarsi e di volersi impegnare per la tutela del nostro patrimonio storico architettonico unico al mondo. Non possiamo non ricordarti la drammatica situazione in cui versano centinaia di Città d’arte dell’Italia, nelle quali ormai da anni e anni, a causa della scarsità di risorse, non viene più fatta nessuna manutenzione, né preventiva né restaurativa, sul patrimonio culturale di proprietà pubblica.

La soluzione proposta dai due primi cittadini, e cioè l’istituzione del Fondo di Patto, consentirebbe a molti Enti Locali di avviare da subito investimenti importanti sul proprio patrimonio storico culturale – prosegue la missiva -, senza dover mettere questi interventi in competizione con altri investimenti: questa dinamica perversa ha prodotto il risultato che, quando un Comune, per esempio, deve scegliere se intervenire su una scuola o finanziare l’ampliamento di cimitero, oppure recuperare un tratto di mura castellane, è evidente che la scelta ricade sempre sui primi due temi e non sul terzo. Se intanto gli investimenti sul restauro dei Beni Culturali, assieme a quelli sull’edilizia scolastica, e quelli sulla difesa del suolo, fossero esentati dal Patto di Stabilità – concludono i due primi cittadini – , molti Enti potrebbero utilizzare risorse ferme ed iniziare a mettere in sicurezza larga parte del patrimonio che abbiamo, oggi purtroppo posto in serio rischio».