Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione MpsLa Fondazione Mps pubblica l’estratto del patto parasociale sul 9% del capitale del Montepaschi con i due nuovi azionisti sudamericani (leggi). L’ente ha sindacato il 2,5%, Fintech il 4,5% e Btg Pactual il 2%. La clausola di lock-up, ovvero il divieto di vendere azioni, è stato fissato a 24 mesi. 

Il capitolo nomine Veti incrociati per la nomina dell’Amministratore Delegato e il presidente di Mps. La Fondazione Mps e i due nuovi azionisti sudamericani della banca hanno blindato così il meccanismo di nomine congiunta dei futuri vertici della banca. Le parti, si legge nel patto parasociale che avrà durata di tre anni, «hanno concordato che: la designazione (congiunta) da parte degli acquirenti di un candidato proposto alla carica di amministratore delegato sarà soggetta alla preventiva approvazione di Fmps, che non dovrà essere ingiustificatamente rifiutata». Al tempo stesso, prosegue il testo del patto, «la designazione da parte di Fmps di un candidato proposto alla carica di presidente sarà soggetta alla preventiva approvazione degli acquirenti, che non dovrà essere ingiustificatamente rifiutata». Complessivamente le parti presenteranno una lista unica che esprimerà un minimo di sei candidati alla nomina del Cda della banca. Il meccanismo stabilito è che i soci sudamericani «avranno diritto di designare congiuntamente il primo candidato della lista», mentre il secondo spetterà alla Fondazione e così via. 

Una scelta di stabilità «La fondazione ha fatto una scelta di stabilità, perché c’è anche un lock up (sulle azioni ndr), poi vediamo il patto». Lo afferma il presidente di Mps, Alessandro Profumo, aggiungendo di giudicare le scelte dell’ente, riguardo al patto coi nuovi soci sudamericani, «un segnale di volontà di accompagnamento della banca». 

L’aiuto del mercato «Sono 2 anni che lavoriamo intensamente: i costi della banca nel 2013 sono stati 600 milioni in meno di quelli di 2 anni prima e questi risultati stanno cominciando a pagare», aggiunge Profumo. Quanto dipende da voi? «Da me non dipende nulla perchè faccio il presidente del Cda: ci sono dei colleghi – risponde il banchiere a margine del workshop Ambrosetti – cha hanno fatto un lavoro egregio, Fabrizio Viola e la sua squadra: hanno dato un grande impulso alla banca, la Fondazione ha assunto delle decisioni importanti come quella di cedere larga parte della sua quota. Poi non dobbiamo negare che nella prima parte di quest’anno abbiamo avuto un mercato estremamente positivo che ha aiutato tutti». Comunque «negli ultimi 2 anni questa banca ha cambiato moltissimo le modalità di funzionamento, abbiamo anche cambiato 2 volte lo statuto, e oggi posso assicurare che Mps è una ‘best practice’ sotto il profilo della qualità della governance».

Mansi: «Speriamo il patto sia polo aggregativo» «Ci auguriamo che questo patto possa diventare un polo di aggregazione per il futuro». Così la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, oggi a Cortona (Arezzo). Premature, però, sono le valutazioni su possibili futuri aderenti: «andranno fatte quando conosceremo i nuovi azionisti, dopo l’aumento di capitale». In merito ai futuri investimenti della Fondazione, la presidente Mansi precisa che «Faremo investimenti conservativi che daranno stabilità e prospettive solide alla Fondazione. Non faremo speculazioni». Ai giornalisti che le chiedevano quale percorso debba seguire ora Banca Mps, Mansi ha risposto: «Avanti con il piano industriale. Noi abbiamo dato il nostro contributo cedendo la nostra quota – ha aggiunto – Adesso avanti anche perché è presumibile che chi ha acquistato quote di Mps, sapendo che c’é l’aumento di capitale, lo sottoscriva. Una buona parte della questione è risolta». Tra l’altro secondo la presidente della Fondazione il piano industriale di Banca Mps «è molto sfidante» pensando soprattutto al fatto «che siamo in un contesto non facile» ha proseguito la presidente.