L’Italia come opportunità di crescita ma anche come terra dove coltivare un sogno sportivo. E’ quello che rappresenta il nostro paese per Gaku Sato e Shota Fukui, 30 e 23 anni, rispettivamente provenienti da Fukushima e Osaka, in Giappone. Gaku e Shota sono due giocatori dell’Ibs Le Crete, squadra di calcio a 5 (o futsal) del campionato regionale di Serie C2: vivono insieme a Rapolano Terme (Siena) d entrambi sognano di diventare giocatori professionisti di futsal, disciplina in grande espansione nella terra del Sol Levante.
In Europa per diventare sportivi professionisti «Ha un significato molto importante per me essere in Italia e non tanto per lo sport, visto che ormai ho già 30 anni – racconta Gaku, il più “anziano” tra i due -. Mia madre era una cantante dell’opera e spesso si esibiva in Italia. Mamma è venuta a mancare tre anni fa e, prima di morire, mi confidò il sogno volermi far andare in Italia. Se sono qua lo devo anche a lei», racconta il ragazzo, non senza una buona dose di commozione. La nostalgia c’è, dicono i due, che in Giappone hanno lasciato le famiglie. «Sento anche la mancanza della fidanzata», racconta Shota, alla prima esperienza lontano da casa. Gaku e Shota si sono conosciuti a Siena ma entrambi fanno parte dell’agenzia International Europlus, specializzata nel promuovere scambi culturali e sportivi per le promesse giapponesi. In sostanza, parafrasando il noto cartone animato, è un po’ quello che succede in “Holly e Benji”.
Dal Giappone all’Italia, la loro esperienza «A Rapolano ci sentiamo come a casa, la società di coccola», racconta Gaku che alle spalle ha già un altro scambio in Brasile: «Lì non è stato così facile adattarsi, specie perché si tratta di una realtà più pericolosa a livello di ordine pubblico». «Qui ho la possibilità di giocare, migliorare in uno sport che ha reso l’Italia famosa nel mondo», aggiunge Shota specificando come «i compagni di squadra ci hanno aiutato a inserirsi. Mi piace la vita, il cibo poi è ottimo». Entrambi frequentano dei corsi di italiano in un’ottica di continua integrazione anche con i compagni. «Per la nostra realtà si tratta di un’opportunità- spiega il presidente dell’Ibs Le Crete Andrea Polvani -. Un processo integrativo molto importante per la realtà sociale in cui siamo inseriti. Crediamo che si tratti di uno scambio reciproco in cui tutti ne usciamo arricchiti», conclude Polvani.
Articolo uscito su La Nazione – ed. Siena del 3 novembre 2016