Era semplicemente la scrofa n. 002 dell’isola di Gorgona e, soprattutto, gravemente malata e quindi destinata al macello, finché non ha incontrato, anche se solo «per corrispondenza», i bambini della scuola d’infanzia Barriera Margherita di Livorno che le hanno salvato la vita. Ora l’animale non è più solo un numero, ma ha anche un nome: si chiama Bruna e ha ottenuto dal direttore della colonia penale dell’isola, Carlo Mazerbo, la «grazia», richiesta dagli alunni, e lo status di «animale rifugiato».

Il progetto L’idea di un progetto dedicato alla maialina è stata dell’insegnante Ilaria Casalini, venuta a conoscenza della storia di Bruna dall’amico veterinario Marco Verdone. «Ho pensato – ha raccontato la maestra – di realizzare un percorso didattico nel campo d’esperienza del ‘se e l’altro’. Ne ho parlato con la nostra dirigente scolastica, Teresa Monacci, e abbiamo avviato il lavoro». Tutto per corrispondenza, costruendo una sorta di adozione a distanza tra i bambini e l’animale attraverso le fotografie che illustravano i suoi miglioramenti durante le diverse fasi di cura e cosi’ Bruna prima ritratta semiparalizzata a terra e’ riuscita a rimettersi in piedi e scorrazzare per l’isola. «Da due mesi stiamo seguendo la cura – dice Ilaria Casalini – e presto noi insegnanti e la dirigente faremo visita a Gorgona per ricevere formalmente l’attestato di grazia. Entro la fine dell’anno invece sara’ Bruna a venirci a trovare insieme al medico che l’ha curata per incontrare direttamente i bambini che l’hanno salvata».