Abbinare al verbo volare un’azione tanto sedentaria come la lettura potrebbe apparire solo un gustoso calembour. Ma sappiamo bene che non è così, poiché nel potere magico di un libro risiede una forza che è, appunto, quella di condurci lontano, in ogni altro-da-sé. Non a caso quella sorprendente creatura e poetessa che fu Emily Dickinson, poté scrivere dalla volontaria clausura della sua camera che “nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane”.
Leggendo si può dunque anche volare. E volare alto: per apprendere quanto piccolo sia il nostro universo di riferimento quotidiano, per rendersi consapevoli di quante cose non conosciamo e come, pertanto, sia assurdo assolutizzare le proprie certezze e presunte verità.
Più leggiamo e maggiormente si è coscienti della vita, dei sentimenti umani, di quanti “altrove” esistano rispetto al “qui” dei nostri giorni. Ogni pagina letta non è mera nozione, ma cognizione del mondo.
Potremmo tranquillamente affermare che leggere allunga la vita, non tanto in rapporto al numero degli anni, quanto rispetto a una vera e propria qualità del vivere. Poiché ogni pagina ha magari svelato un aspetto di se stessi che non conoscevamo, ci ha messo in relazione con pensieri ed universi che fino ad allora ci erano del tutto estranei.
Peraltro la simultaneità con cui, oggi, diverse e lontane realtà comunicano, le geografie che dalle linee precise degli atlanti si smarginano e si confondono in esodi e trasmigrazioni, il mondo fatto ormai cosmopoli, impongono una conoscenza e una cultura delle “diversità” che i libri possono indubbiamente aiutare ad acquisire, pena il rischio di incontrarsi (scontrarsi) realmente come estranei o, peggio ancora, ostili.
Si tratta, insomma, di acquisire una visione del mondo, di vivere un’esistenza “informata” sulle cose e ancor di più sul loro senso. Ebbene, i libri – persino quelli che appaiano del tutto fantasiosi e chissà quanto irreali – possono aiutare a farlo.
Non c’è dubbio, quindi, che colui che legge voli. Diversamente un boato da stadio lo sommergerà nel terribile rap: chi non vola ignorante è… è.