Fises: conferenza stampa per la presentazione del bilancio 2015. Da sinistra: Fulvio Manuso, vicesindaco di Siena, Stefano Bernardini, presidente Fises, e Massimo Guasconi, presidente CCIAA Siena
Fises: conferenza stampa per la presentazione del bilancio 2015. Da sinistra: Fulvio Manuso, vicesindaco di Siena, Stefano Bernardini, presidente Fises, e Massimo Guasconi, presidente CCIAA Siena
Fises: conferenza stampa per la presentazione del bilancio 2015. Da sinistra: Fulvio Manuso, vicesindaco di Siena, Stefano Bernardini, presidente Fises, e Massimo Guasconi, presidente CCIAA Siena

«Gli Enti del territorio agiscano insieme di fronte al Governo per tutelare i destini di Fises». È questo l’appello lanciato dall’associazione Siena Attiva parlando della Finanziaria Senese di Sviluppo e di quello che potrebbe essere il suo futuro, alla luce della (o delle) spada (o –e) di Damocle che pendono su questa istituzione. Il primo è il decreto legislativo 175/2016 o legge “Madia” (dal nome del ministro che ha curato la stesura), che impedisce agli enti locali di «detenere partecipazioni in società che svolgono attività tipiche delle finanziare istituzionali». E questo è proprio il caso di Fises.

Una deroga per la Fises Una soluzione, per far fronte a questa eventualità, ci sarebbe. Nell’attuale disciplina legislativa è prevista peraltro la possibilità che i soci pubblici (nel caso di Fises: Fondazione Mps 30,332%; Camera di Commercio di Siena 25,954%; Comune e Provincia di Siena 21,857%) possano richiedere, con istanza motivata, diretta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’esclusione dell’applicazione della normativa con l’effetto di poter continuare a detenere le relative quote sociali. «Alla luce di queste considerazioni è essenziale che i soci pubblici agiscano nei confronti del Governo per stimolare l’emissione di un provvedimento – riporta ancora all’appello di Siena Attiva -, secondo la procedura prevista dalla legge, che escluda Fises dagli effetti della citata normativa».

Un appello raccolto a metà Un appello, quello di Siena Attiva, accolto non da tutti i soci di Fises. Il sì del Comune di Siena è stato annunciato in consiglio comunale da parte del vicesindaco Fulvio Mancuso, il quale ha rimarcato che anche Provincia, Camera di Commercio e Regione Toscana si batteranno per il destino della Finanziaria Senese di Sviluppo. «Con il supporto dei nostri rappresentanti istituzionali di livello regionale e nazionale, vogliono impedire che sia messa a rischio l’operatività – sottolinea Mancuso –. La finanziaria istituzionale, sana e solida, che da anni permette l’accesso al credito a centinaia e centinaia di aziende del territorio proprio nella fase di maggiore stretta creditizia delle banche. Abbiamo chiesto al Governo, con una istanza formale accompagnata dalla lettera di sostegno del presidente della Regione Enrico Rossi, di avere lo stesso trattamento normativo riservato alle finanziarie regionali in modo da poter continuare ad avere una Fises partecipata da enti pubblici che hanno assicurato questa fondamentale funzione di leva per lo sviluppo del territorio». I riflettori sono puntati sulla risposta della Fondazione Mps: la questione-Fises deve essere inserita nel piano pluriennale dell’ente presieduto da Marcello Clarich che, secondo quando si apprende, pare sia proprio di fronte ad un lavoro non semplice su questo fronte, tra deputazione amministratrice e generale. «La Fondazione Mps soltanto oggi, tramite il suo presidente Clarich, pur riconoscendo l’importanza del ruolo di Fises e i danni che deriverebbero per i soci da una vendita forzata delle quote – precisa Fulvio Mancuso -, si limitata a reputare la nostra istanza conforme alla legge e, anzi, a chiedere la modifica dello statuto di Fises per consentire l’ingresso di soci privati nella compagine della società ponendosi così, questa fase, in palese contraddizione rispetto alla richiesta avanzata dai soci pubblici al Governo. Credo che la Fondazione Mps, per avere una ragione di esistere, dovrebbe dimostrare in questi, così come in tutti gli altri casi, la capacità di intervenire positivamente nelle dinamiche legate allo sviluppo economico e sociale della città e del territorio. E, ancora di più, di avere a cuore questa sua missione», conclude duramente il vicesindaco. «Ci aspettiamo che la Fondazione, socio privato di maggioranza relativa di Fises, appoggi esplicitamente e con altrettanta forza questa iniziativa – scrive ancora Siena Attiva rivolgendosi a Palazzo Sansedoni -. È tempo che la Fondazione dimostri la sua capacità di incidere in positivo sui destini delle nostre comunità, perché questa Istituzione, proprio in una fase di dura e prolungata crisi, giustifica la sua esistenza soltanto se assolve a questi compiti».

Le sfide future di Fises «Accompagnamento alla crescita e allo sviluppo della economia del territorio di competenza». E cioè la provincia di Siena. Questa la mission della Finanziaria Senese di Sviluppo che, nel corso degli anni, ha avuto un ruolo strategico nel corso degli anni, per Siena e per tutto il suo territorio (da Poggibonsi ad Abbadia San Salvatore). Il bilancio 2015 si è chiuso con 236mila euro utile netto. Nell’ultimo anno sono oltre 180 le imprese locali che hanno ottenuto un finanziamento da Fises, per un totale di oltre 8  milioni. Un supporto essenziale per piccole e medie imprese, di carattere giovanile e femminile, oltre a operazioni di liquidità per la fase di start-up delle nuove attività. «Grazie alle strategie messe in atto negli ultimi anni Fises spa ha raggiunto una sufficiente autonomia finanziaria per poter operar anche per il prossimo triennio con un volume d attività istituzionale pari a 15 milioni all’anno», comunicava una nota diffusa in occasione dell’ultimo bilancio presentato. Da capire poi cosa succederà anche con la riforma della Camera di Commercio e se veramente questo ente verrà accorpato con quello di Arezzo. Interrogativi che si legano a quelle che saranno le caratteristiche istituzionali e patrimoniali della nuova organizzazione. La sensazione è che le sfide, per il futuro di Fises, siano appena cominciate.