Rientra la polemica tra il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli e il sindaco del Giglio Sergio Ortelli: il relitto della Costa Concordia sarà portato via dall’isola «prima possibile», rispettando il cronoprogramma già annunciato. E, in ogni caso, «verra’ salvaguardata la vita socio-economica» degli abitanti. Ancora niente di deciso, invece, per la destinazione del relitto, anche se l’ipotesi Genova sembra sempre più in campo. E’ finita senza sostanziali novità la riunione del Comitato consultivo, allargato per l’occasione all’Osservatorio di monitoraggio, convocata da Gabrielli subito dopo l’esplodere delle polemiche: un botta e risposta con il primo cittadino nel quale quest’ultimo lamentava di non avere avuto le necessarie informazioni sui tempi di rimozione e il capo della protezione civile rispondeva sottolineando che ogni decisione era stata condivisa con gli abitanti e le autorita’ locali. Divergenze superate visto che Gabrielli e Ortelli hanno concordato di vedersi la prossima settimana al Giglio per «garantire agli abitanti tutte le necessarie informazioni che potrebbero interessare la loro quotidianità, soprattutto nella fase di rigalleggiamento, e valutare le strategie migliori per mitigare il più possibile i rischi».
Chiarezza sul progetto «Abbiamo chiesto chiarezza – ha detto Ortelli – per poter essere messi in grado di apprendere tutti gli elementi del progetto grazie ai quali fare le dovute valutazioni perche’ nella situazione in cui ci troviamo, e cioè di forte penalizzazione turistica, non siamo in grado di firmare assegni in bianco a nessuno». Al di la’ delle posizioni ufficiali, il nodo è proprio la rimozione della nave: perché ad oggi nessuno dei protagonisti della vicenda può dire con certezza quando verrà portata via. L’impegno preso ufficialmente da Costa e ribadito anche oggi nel corso della riunione, è di rimuoverla entro giugno. Ma e’ evidente che uno slittamento di anche soli 15 giorni, per motivi al momento non prevedibili come un intoppo nell’installazione dei cassoni o problemi nella fase di rigalleggiamento, farebbe ricadere la rimozione nel pieno della stagione turistica del Giglio. E questo diventerebbe un ulteriore problema per l’economia dell’isola, gia’ provata per la presenza della nave.
La questione del porto C’e’ poi un’altra questione in ballo, che non e’ direttamente legata alle fasi di rimozione al Giglio e non e’ stata affrontata oggi nel merito, ma ha inevitabilmente delle ripercussioni sulle scelte che verranno fatte in questi tre mesi, ed che e’ quella del porto in cui verrà smaltita la Concordia. A gennaio Costa annunciò che entro marzo avrebbe fatto la scelta ma e’ probabile che la decisione slitti di qualche settimana. La ‘tentazione’ di destinare il relitto verso un porto straniero, probabilmente turco dove lo smaltimento costerebbe meno, sembrerebbe scongiurata. Ma, sempre per motivi di costi, Genova potrebbe ‘soffiare’ lo smaltimento a Piombino che si era candidata a smantellare la nave assicurando che i lavori al porto toscano si sarebbero conclusi in tempo per accoglierla. Un’occasione che la citta’ colpita da una dura crisi economica a causa del futuro incerto delle acciaierie vorrebbe non lasciarsi scappare, prendendo in esame anche la possibilita’ di far lavorare a Piombino ditte indicate da Costa. La partita pero’ non e’ solo economica: lo stesso governatore della Toscana Enrico Rossi ha posto sul tavolo il forte rischio di tenuta sociale della citta’ di fronte all’Isola d’Elba. Un doppio schiaffo, quello della crisi dell’acciaieria e dell’addio alla lavorazione della Concordia, ha detto Rossi, sarebbe «intollerabile».