Adesso il futuro della Lucchini di Piombino, di circa tremila lavoratori e di un intero territorio passa attraverso una fitta agenda di scadenze. E tutto si dovrà compiere entro il 10 aprile, quando arriverà il momento di presentare le offerte vincolanti per l’acquisizione dello stabilimento. Per ora, quelle non vincolanti che hanno raggiunto la fase di diligence sono sette: tre proposte per l’intera società, escluso l’altoforno, e sono quelle indiane di Jsw (Jindal south west) e di Jspl (Jindal steel and power) e quella ucraina della Steelmont; mentre le altre offerte sono solo per alcuni impianti di Piombino e Lecco. Due invece quelle escluse per non aver consegnato tutta la documentazione necessaria (leggi): gli svizzeri della Klesh e soprattutto la cordata araba Smc, l’unica che prevede l’acquisizione senza lo spegnimento dell’altoforno con un investimento da un miliardo e mezzo di euro (leggi). Un’esclusione che ha messo in agitazione tanto i sindacati quanto le istituzioni locali, rassicurate poi ieri dal viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, che ha assicurato che tutte le società potranno comunque presentare un’offerta vincolante entro il 10 aprile.
Porte aperte agli arabi Una scadenza che si sposa con il calendario proposto dagli arabi. La Smc infatti ha in programma una ricapitalizzazione per due miliardi di euro nel prossimo consiglio d’amministrazione, in agenda per il 4 aprile. Dopo quella data e se come dicono arriverà questa ricapitalizzazione, la società sarà in grado di dare quelle garanzie economiche fino ad oggi richiesta dal commissario straordinario Lucchini Piero Nardi. Anche il ministero tiene aperta la porta agli arabi, visto che ha ordinato nuovo materiale primo per mandare avanti l’attività dell’altoforno fino a fine aprile, dato che l’offerta Smc è subordinata alla produttività dell’Afo.
Il giudizio dei sindacati Insomma, tutti gli scenari restano aperti, anche se perdono terreno le quotazioni del gruppo tunisino, il prediletto da sindacati e Comune. Al contrario, salgono quelle della società indiana Jsw, che oltre ad acquisire i laminatoi (dove viene lavorato l’acciaio) hanno in programma anche la realizzazione di un Corex o un forno elettrico (versioni più moderne dell’altoforno). Un nuovo progetto ben visto a questo punto anche dai sindacati. «Al momento tra le offerte complete forse la più interessante è quella indiana di Jsw per la solidità della società e le prospettive di investimento» dice il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini. Gli fa eco quello della Fiom siderurgia, Gianni Venturi. «La cosa che va assolutamente fatta è tentare di favorire in ogni modo tutto ciò che possa riguardare il progetto di forno elettrico e Corex». Argomenti questi che saranno discussi nuovamente venerdì ad un nuovo tavolo al Mise, dove è in programma una riunione sull’Accordo di programma, la cui firma potrebbe arrivare entro 15 giorni, per la riconversione dell’intero polo siderurgico.
Contratti di solidarietà, la scadenza incombe Stamani, intanto, Nardi ha incontrato sindacati e rsu Lucchini alle acciaierie per discutere di un’altra questione ancora: i contratti di solidarietà, che scadono il 12 aprile. Durante l’incontro saranno discusse le basi per portare poi anche questo aspetto al ministero il 3 aprile. «Il tempo stringe, ed è fondamentale prolungarli per un altro anno» ha detto il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli. Il futuro della Lucchini e di Piombino, insomma, passa da una fitta selva di scadenze.