Qualche decennio fa chi avesse avuto dei sogni poteva benissimo affidarli a idee, utopie, paradossi, visioni. C’erano personaggi che – al pari di un operatore finanziario; anzi, meglio di lui; anzi… contro di lui – quei sogni sapeva far fruttare con tassi di interesse da favola. Tra questi broker dell’onirico fu grande Corto Maltese e, ovviamente, il suo ideatore Hugo Pratt, che, in definitiva, sono unica cosa. Al punto che lo stesso Pratt insinuò il dubbio di essere stato generato dal Maltese. E chissà se Corto-Hugo si rese subito conto di ciò che sarebbe diventato: un personaggio di culto della più raffinata graphic novel europea. Un mito letterario del Novecento, suffragato da pareri giocosamente solenni del tipo: “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese” (Umberto Eco).

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