«Se le organizzazioni sindacali vogliono, perché dipende da loro, in 48 ore chiudiamo la partita». Così il sovrintendente del Maggio musicale fiorentino Francesco Bianchi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano a che punto fosse la procedura della messa in mobilità con trasferimento ad Ales di circa 30 dipendenti, annunciata dai vertici del Maggio nelle scorse settimane. «Quanto alla procedura di mobilità, noi ricollochiamo in Ales tutte le persone – ha detto ancora Bianchi, parlando a margine di una iniziativa insieme all’Università di Firenze -. Quindi, nessuno perde il posto di lavoro». Il numero preciso degli addetti da ricollocare ancora non è stato stabilito perché, ha ricordato Bianchi, «verrà deciso durante la trattativa».
Bianchi a difesa della legge Franceschini «È inutile fare terrorismo preventivo: le organizzazioni sindacali devono smetterla di farlo» ha aggiunto Bianchi replicando ai sindacati, che, raccolti in assemblea generale al teatro dell’Opera di Firenze, la scorsa settimana hanno lanciato una piattaforma nazionale per contrastare l’applicazione della legge Franceschini dello scorso agosto, accusando la norma di condurre alla chiusura o al ridimensionamento di molti teatri italiani. «La legge – ha sottolineato Bianchi – è chiara: se noi negli anni ’16-’17-’18 non raggiungiamo il pareggio di conto economico, noi andiamo incontro alle conseguenze previste dalla legge (si tratta di conversione dei contratti da tempo pieno a ridotto, riduzione delle attività, taglio dei fondi). Il piano che abbiamo presentato prevede il pareggio per il ’16-’17-’18. Quindi, è inutile gridare “al lupo, al lupo”».
«Il Maggio è un morto che ha ricominciato a camminare» Rispondendo ai cronisti che gli ricordavano come alcuni sindacati, da tempo, chiedano le sue dimissioni dalla sovrintendenza dell’ente lirico, Bianchi ha risposto: «Il passo indietro lo può decidere il Ministro o lo posso decidere io. Il Ministro, e anche il sindaco di Firenze, perché non hanno più fiducia in me, o io perché personalmente decido di andarmene». Non sono i sindacati, ha aggiunto Bianchi, «che decidono questo tipo di cose». Parlando poi dello stato di salute del Maggio, Bianchi ha osservato che il «Maggio è un morto che ha ricominciato a camminare».