Dimissioni in blocco per il cda del Teatro del Giglio di Lucca, la più prestigiosa istituzione culturale della città, dopo il mancato raggiungimento del pareggio di bilancio per il secondo anno consecutivo. Una scelta inevitabile considerato che, proprio in questo caso da statuto, è prevista la decadenza per l’organo di amministrazione. A darne notizia è stato il Comune di Lucca che nomina i membri del consiglio e che ha accettato immediatamente le dimissioni. Il presidente Paolo Scacchiotti e i consiglieri Simona Generali, Giovanni Parenti e Linda Severi resteranno in carica fino al prossimo 10 marzo fino al termine della stagione teatrale.
Le motivazioni della decisione Nella lettera inviata al sindaco Alessandro Tambellini il cda ha ringraziato «per la fiducia accordata e per l’onore concesso» e si è dichiarato sicuro, «in tutta coscienza, di avere sempre agito nel solo ed esclusivo interesse del teatro».Tuttavia il presidente e i consiglieri «non ritengono raggiungibili gli obiettivi a suo tempo fissati» e che, nell’interesse dell’azienda speciale «si ritiene utile un passaggio non traumatico fra l’attuale e il prossimo CdA, consentendo quindi all’amministrazione comunale di individuare con calma e oculatezza a chi affidare la guida della più importante istituzione culturale cittadina».
Il grazie del Comune Il sindaco, prendendo atto delle dimissioni, ha ringraziato «sentitamente il Consiglio di amministrazione per il lavoro svolto in tempi difficili dal punto di vista economico e in cui anche la cultura subisce una carenza di risorse pubbliche» ricordando come il consiglio dimissionario «si è trovato ad operare, anche nel 2013, su una parte della programmazione ereditata dal precedente Cda. Complice tale contesto, è stato impossibile raggiungere il pareggio di bilancio, il che rappresentava uno degli obiettivi da perseguire. I componenti del Consiglio – ha concluso Tambellini – presentando le dimissioni in anticipo rispetto ai tempi di approvazione del consuntivo 2013, hanno agito con accortezza e serietà, permettendo all’amministrazione di anticipare i tempi rispetto alle decisioni future».