Un bracconiere è stato denunciato dopo aver tentato di catturare lupi in Maremma dove da qualche tempo vengono fatti trovare nei paesi esemplari uccisi (leggi). Alcuni lacci di acciaio sono stati trovati in mezzo ad un bosco dalle guardie zoofile della Lega anti-caccia impegnate nei controlli, soprattutto lungo le recinzioni vicino agli allevamenti di ovini. Lacci tesi probabilmente per catturare, tramite strangolamento, i lupi. Sul luogo è intervenuta una pattuglia della polizia provinciale che ha provveduto al sequestro di diversi lacci e ad ispezionare il terreno dell'uomo fermato dove ne sono stati trovati altri. Durante il controllo il bracconiere ha tentato di occultare anche altri lacci già pronti per essere posizionati all'interno di un vecchio frigorifero, ma è stato notato dalle guardie che hanno provveduto al sequestro dei mezzi illegali. Sono state trovate, all'interno di una baracca chiusa a chiave della persona fermata altri lacci e numerose cartucce di vario tipo. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro dalla polizia provinciale. Per il bracconiere è scattata la denuncia per esercizio di caccia in periodo di divieto generale, caccia con mezzi vietati, e detenzione illegale di munizioni da caccia.
L'incremento dei lupi In Toscana risulta evidente soprattutto negli ultimi anni e si ipotizza che alla fine degli anni '80 ci fosse una popolazione media di circa 100 esemplari, mentre oggi siamo intorno ai 320 capi, divisi in 70 branchi. A spiegarlo è stato il docente universitario Marco Apollonio, nel corso di un'audizione in commissione agricoltura del Consiglio regionale. Anche per quello che riguarda la distribuzione sul territorio ci sono stati dei cambiamenti (leggi) e «se fino a qualche anno fa i lupi erano concentrati in determinate zone – ha aggiunto – oggi l'insediamento è pressoché uniforme». Nel corso dell'audizione sono state ascoltati associazioni di categoria e soggetti interessati al fenomeno dei lupi. Unanime la presa di distanza dai fatti di cronaca riportati su molti quotidiani locali e legati a fenomeni di violenza nei confronti dei lupi o supposti tali. Varie e articolate le proposte.
La posizione delle categorie Secondo Cia Toscana, che è intervenuta all’incontro con il vicepresidente Enrico Rabazzi, le priorità sono due: un piano urgente per l’eradicazione di ibridi e randagi e l’adozione di misure immediate a sostegno degli allevatori. «Per risolvere il problema non c’è da inventarsi nulla – ha sottolineato Enrico Rabazzi – è lo stesso piano per la conservazione del lupo elaborato dall’ISPRA a fornirci le risposte. In quel documento, l’ISPRA individua nel fenomeno dell’ibridazione del lupo la principale minaccia alla sua conservazione ed alla biodiversità, proponendo misure drastiche per l’eliminazione degli ibridi e dei randagi. Basterebbe applicare quel piano – ha proseguito Rabazzi – per ridimensionare fortemente il problema». Per Coldiretti Toscana «è necessario sostenere economicamente gli allevatori che mettono in pratica azioni per prevenire gli attacchi, oltre a garantire congrui indennizzi». Confagricoltura di Grosseto ha evidenziato come «la legge in materia di risarcimenti non funziona. Si dovrebbe lavorare tanto sulla forma diretta, collegata alla perdita dell'animale, che sul risarcimento del danno indiretto su base forfettaria». Sul fronte del riconoscimento dei predatori, l'Istituto zooprofilattico della Toscana si è detto «disponibile a fornire tutto il supporto tecnico e scientifico necessario».