Nel day after il rimpasto deciso dal governatore Enrico Rossi in Regione Toscana si affilano i coltelli per quello che, di fatto, ha segnato il via alla campagna elettorale in vista delle elezioni del 2015. E nonostante gli scricchiolii della maggioranza attesa dal passaggio cruciale in Consiglio regionale il prossimo 25 febbraio nessuno le manda a dire. I primi ad alzare le barricate, dopo l’esclusione di Salvatore Allocca dalla giunta è stata Rifondazione Comunista che ha annunciato di essere pronta ad uscire dalla maggioranza se il suo assessore non sarà reintegrato. «Non possiamo partecipare ad una giunta monocolore – hanno sottolineato il capogruppo Fds-Verdi Monica Sgherri e il segretario regionale del Prc Stefano Cristiano – Rossi ci ha buttato fuori in malo modo dalla maggioranza. La sua scelta è stata fuori Prc e dentro Renzi». Di fatto l’ingresso in giunta della renziana Stefania Saccardi ha mandato in fibrillazione tutto il centrosinistra. Ma non solo. Così Cristina Scaletti, l’altro grande escluso del Centro Democratico, ha affidato a facebook un pensiero lasciando intendere che starebbe pensando a correre per Palazzo Vecchio per la carica di sindaco. «Il mio caro amico Stefano, grande atleta, mi ha ricordato che quando facevo salto in alto, se per caso sbagliavo un tentativo a 1,75, la prova successiva la facevo alzando l’asticella. Ora ci penso…».
Via libera o voto E con Stella Targetti, ex vice presidente, che oggi ha detto che «quello che c'era da sapere sugli ultimi sviluppi l'ho saputo dalla tv» Rossi si presenterà in Consiglio regionale con la tensione alle stelle per ottenere il via libera. «Dopo il dibattito – ha lanciato la sfida il governatore – chiederò il voto sulla mia comunicazione. Se passerà sarà un bene perché utilizzeremo il tempo che rimane per fare cose utili». L’alternativa sarà il voto. E Rossi non lo ha nascosto. «Se l’esito non sarà positivo, dopo che avrò vinto le primarie del mio partito, ripresenterò agli elettori lo stesso programma perché sono convinto che quello è il bene della Toscana». A Rossi rimane da indicare ancora un assessore che vorrebbe dare a sinistra per riconsolidare un patto con Prc e Pdci. Il rischio, infatti, sarebbe di arrivare, senza il sostegno di Tabacci e della sinistra ad una maggioranza striminzita in Consiglio che conterebbe 28 voti su 55 disponibili.
Botta e risposta Pd-Montanari Ma che il centrosinistra sia una polveriera pronta ad esplodere ad ogni minimo sussulto lo dimostra lo scambio di frecciate tra Tomaso Montanari e il Pd regionale. Lo storico dell’arte (leggi intervista su toscanalibri.it) era stato indicato come possibile assessore alla cultura da Rossi ma per stessa ammissione del presidente e di Montanari la sua nomina sarebbe stata stoppata dai renziani e dalla Federazione della Sinistra. «Sono molto grato a Enrico Rossi per la stima e la fiducia che ha dimostrato nei miei confronti chiedendomi se fossi disponibile ad accettare la nomina ad Assessore alla Cultura della Toscana. Prima ancora che avessi il tempo di valutare questa proposta, tuttavia, il veto dei seguaci di Matteo Renzi ha deciso per me». Stizzita la risposta di Nicola Danti portavoce del Pd: «Vorrei ricordare a Montanari che il Pd, a differenza di certi salotti che gli piacciono tanto, è un partito libero e democratico». Per la diplomazia si annuncia un fine settimana di intenso lavoro per ricucire i veleni del rimpasto.