In Toscana il calo degli addetti del settore bancario, in 5 anni, è stato superiore alla media nazionale con il -12,12%, e oggi ha toccato quota 24.157 unità. Secondo il report presentato oggi dalla Fisac-Cgil regionale, dal 2008 il calo è di oltre il 22%; analogo il calo degli sportelli (-11,65%), superiore di oltre 2 punti alla media nazionale. Secondo i dati di Commissione Europea, Eurostat e Bankitalia sia il numero degli sportelli bancari italiani in rapporto ai principali Paesi europei, sia il numero degli addetti, pongono l’Italia «in condizione meno squilibrata di quanto si voglia sostenere per convenienza». I dipendenti sono passati in Italia dai 316.360 del 2011 ai 298.575 del 2015. In Toscana continuano a crescere i depositi (69,3 miliardi, +39% sul 2008) per il combinato disposto della crisi degli investimenti a risparmio su prodotti alternativi sia per la perdurante stagnazione di investimenti delle imprese. I depositi delle famiglie sono anch’essi in aumento (57 miliardi).
«Riduttiva una politica fatta di interventi tampone» Dal report emerge come la tenuta del sistema bancario in Europa avviene maggiormente in Paesi nei quali il ciclo economico tiene meglio che altrove e la Germania lo dimostra; nonostante la grande quantità di titoli derivati in pancia il sistema tedesco tiene rispetto a quello italiano dove il perdurare della crisi, testimoniato dai fallimenti e dal numero di licenziamenti che anche in Toscana nei primi 7 mesi del 2016 hanno sopravanzato gli avviamenti a tempo indeterminato di 8.800 unità con buona pace del Jobs Act, produce nuove sofferenze, crediti deteriorati, mancanza di redditività delle banche. «Alla luce di questi fatti – si legge nella nota del sindacato – appare riduttiva una politica fatta di interventi tampone come sono stati il pur importante Fondo Atlante, affrontando caso per caso le situazioni di crisi aperti: vale per le 4 nuove banche tra cui Etruria, vale per Mps per la quale se si fosse agito per tempo anche con un intervento pubblico diretto negoziato con la Ue, si sarebbero potute evitare situazioni difficili come le attuali, vale per il riassetto o la fusione di Banca Popolare Vicenza con Veneto Banca sulla quale la Fisac e la Cgil continuano ad essere contrari, che interessa un migliaio di lavoratori in Toscana soprattutto a Prato»
Quiriconi (Fisac Cgil): «Inaccettabile dibattito che verte sui tagli» Secondo Daniele Quiriconi, segretario generale della Fisac Cgil Toscana, «è inaccettabile un dibattito che verte esclusivamente sui tagli, senza interrogarsi sulle ragioni che hanno portato tutto il credito italiano con poche eccezioni, sull’orlo di una crisi sistemica, sulla responsabilità di manager che erano e sono spudoratamente superpagati, su ritardi ed errori dei vari Governi che si sono succeduti e che non andrebbero ripetuti. I lavoratori sono pronti al confronto in tutte le sedi, anche con l’individuazione di strumenti originali e di solidarietà, ma non accetteranno la politica del carciofo che si sfoglia un po’ per volta e che lascia sul terreno migliaia di lavoratori magari scaricandone i costi sulla collettività». «In un Paese come l’Italia, le banche sono il presupposto fondamentale per la salute del sistema delle imprese – afferma Paolo Cecchi delle segreteria regionale Fisac –. Si sta parlando di un problema strategico di valenza nazionale che deve essere affrontato in tempi brevi affinché la situazione non si deteriori ulteriormente. I lavoratori delle aziende di credito e la Fisac sono pronti al confronto per portare a definitiva soluzione il problema».