usuraPrestavano soldi con un tasso d’interesse dal 125 al 600 per cento annui. Per questo tre persone residenti nella provincia di Siena sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di usura. I tre uomini, secondo quanto si apprende da fonti vicine alle indagini, sono un funzionario del Comune di Siena e due imprenditori di Monteroni d’Arbia; quest’ultimi avrebbero anche legami parentali con il boss Bernardo Provenzano.

Perquisizioni e sequestri Tra agosto e settembre, dopo alcune perquisizioni domiciliari e nei luoghi di lavoro, a danno dei tre sono stati effettuati sequestri preventivi per equivalente e per un ammontare complessivo di oltre 240mila euro. Durante la perquisizione nell’ufficio del funzionario del Comune di Siena sarebbe stato rinvenuto una sorta di libro contabile dettagliato con appuntate date e cifre dei prestiti. Tra i beni sequestrati anche orologi rolex e macchine di lusso. Contro i provvedimenti di sequestro i legali degli indagati hanno fatto ricorso al tribunale del Riesame che, nei giorni scorsi, ha invece confermato la misura preventiva.

Prestiti per 700mila euro La Procura di Siena, a seguito delle indagini condotte con l’ausilio del Nucleo Tributario della Gdf, contesta ai 3 un’usura su prestiti per complessivi 700mila euro circa. La somma, secondo l’accusa, sarebbe stata prestata in più volte dal 2009 al 2016 ad un’avvocata in difficoltà economiche.

L’avvocato testimone Le indagini sarebbero infatti partite proprio dalle vicende giudiziarie del legale che, radiato dall’ordine e condannato in primo grado di giudizio con l’accusa di truffa dopo aver falsificato sentenze ai danni dei clienti, avrebbe testimoniato di aver commesso il reato perché necessitava di denaro da restituire ai 3 presunti usurai. Le indagini della Procura di Siena proseguono per accertare l’esistenza di altre vittime.

 

AGGIORNAMENTO DEL 29 SETTEMBRE 2016 ORE 14.06 – Gli imprenditori di Monteroni d’Arbia (Siena) indagati per usura non avrebbero nessun legame parentale con il boss Bernardo Provenzano. E’ quanto precisa in una lettera pubblicata oggi da Il Corriere di Siena l’avvocato Federico Favilli, legale dei due imprenditori che, insieme ad un funzionario del Comune di Siena, sono accusati d’usura per prestiti con un tasso d’interesse dal 125 al 600 per cento annui. «Trattasi solo di un semplice e banale caso di omonimia» puntualizza l’avvocato.