scuola_normale_pisaLa Normale di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna occupano i primi posti in Italia nel World University Ranking, la classifica internazionale delle migliori università stilata dalla rivista britannica Times Higher Education. Stati Uniti e Gran Bretagna giocano anche quest’anno la parte del leone, confermandosi al vertice della classifica mondiale; ben piazzati anche i due atenei italiani, che rientrano fra i migliori 200 del mondo. Per il direttore eletto della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone, che entrerà in carica nei prossimi giorni, i risultati positivi per l’Italia devono essere l’occasione per «trovare la forza, tutti insieme, di rilanciare il Paese». Soddisfatto anche il rettore della Scuola Sant’Anna, Pierdomenico Perata, per il quale i dati indicano che «il nostro sistema di formazione e ricerca ha confermato di essere competitivo».

pisa_scuola_superiore_sant_anna.jpgLa classifica Oltre la 200esima posizione tra le università italiane si segnalano: Università di Bologna, Politecnico di Milano, Università di Trento (tutte fra la posizione 201 e 250); Libera Università di Bolzano e Sapienza di Roma (entrambe tra 251 e 300). Seguono le altre università italiane prese in considerazione dal ranking. Questo ranking – spiega una nota congiunta di due atenei – ha visto consolidare negli anni la sua attendibilità, tanto da essere considerato uno di quelli che «fanno testo», grazie alla metodologia e al fatto che, per essere presi in considerazione, gli atenei devono sottostare a una serie di rigidi requisiti, preliminari alla valutazione. L’attendibilità del “World University Ranking 2016” di Times Higher Education, che si definisce «l’unico prodotto e verificato da analisti indipendenti», deriva anche dall’aver reso comparabili dati riferiti a Paesi con contesti e sistemi universitari differenti. I dati sul volume dei finanziamenti – per fare un altro esempio – sono stati rapportati al potere d’acquisto nel Paese. Tale metodologia, ormai consolidata e replicata per ogni edizione, offre la possibilità di fare paragoni che, con gli anni, indicano linee di tendenza e disegnano scenari validi per i singoli atenei e per il contesto nazionale di riferimento.