IMMIGRAZIONESi infiamma ogni giorno di piu’ la polemica sui cittadini di Capalbio, in particolare quelli della cosiddetta zona ‘bene’ della cittadina tirrenica, contro l’arrivo di 50 migranti sul territorio. Ed ad accendere la miccia stavolta è stato il governatore della Toscana, Enrico Rossi. «Non mi interessa fare la guerra al sindaco di Capalbio, non ce l’ho con lui – ha sottolineato il presidente della Toscana – Ho letto sui giornali cose che non mi sono piaciute. Troppi no. Mi sarei aspettato da nobili ambientalisti e boiardi di Stato un sentimento di solidarietà forte che invece non c’è stato. E allora vorrei ricordare che in Toscana ci sono cittadini chi hanno messo a disposizione la propria casa per accogliere i profughi, mi sembra un segnale forte e importante. Il sindaco di Capalbio non dice che non vuole i profughi, contesta la decisione della prefettura di assegnarne 50 concentrati in pochi immobili senza consultarlo e chiede trasparenza sugli appalti. Da tempo io contesto la politica del ministro Alfano sulla collocazione dei profughi. Secondo me è sbagliato procedere con gli appalti affidando tutto alle prefetture anche se i prefetti sono pure bravi. Serve un coinvolgimento delle regioni e dei sindaci che conoscono bene i territori e le realtà in cui operano. Altrimenti succedono le cose a cui assistiamo. La mancanza di informazione e di coinvolgimento delle realtà locali produce spesso reazioni negative e timori – ha aggiunto il governatore toscano – La gente vuole trasparenza, vuole giustamente sapere chi vince gli appalti, chi c’è dietro. Sono convinto che se ci fosse una maggiore relazione con il territorio e con chi lo governa gran parte delle proteste verrebbero riassorbite».

Luigi Bellumori sindaco di Capalbio
Luigi Bellumori sindaco di Capalbio

La posizione del sindaco «Sono disponibile all’accoglienza ma non a Capalbio paese – ha dichiarato anche nelle ultime ore il sindaco Luigi Bellumori– Abbiamo un territorio di 20mila ettari con diverse frazioni. Non è possibile che la vicina Follonica, che ha 22mila abitanti, debba accollarsi 64 migranti. I conti non tornano. E poi come mai tutti uomini e giovani? Non va bene. Sarebbe meglio prendere delle famiglie che avrebbero poi anche l’opportunità di integrarsi meglio. Chiedo che queste cose non passino sopra la testa dei sindaci. Tutti questi signori che in questi giorni hanno parlato e che vengono a Capalbio a trascorrere le vacanze, potrebbero anche rimboccarsi le maniche e cercare, insieme all’amministrazione, dei nuovi percorsi di accoglienza. La vicenda porterà comunque ad una riflessione generale nel bene o nel male. Credo che quello che è successo abbia scoperchiato l’ipocrisia di tanti: non bisogna far finta che vada tutto bene ma bisogna rivedere le assegnazioni. Speriamo che questo polverone faccia cambiare le cose al più presto anche perché altri sindaci con cui ho parlato sono tutti dalla mia stessa parte».

Saviano: «Capalbio avrebbe dovuto rispondere in altro modo» E nel dibattito su Capalbio ha detto la sua, dalle colonne del quotidiano ‘La Repubblica’ anche il celebre scrittore Roberto Saviano. «Capalbio non è solo Capalbio: non è un piccolo centro turistico come un altro – ha evidenziato Saviano – E proprio per questo la piccola Atene doveva rispondere diversamente: in nome della sua storia. Il flusso di migranti, ben poco a dire il vero, avrebbe dovuto essere al centro di una risposta intelligente come i suoi villeggianti. Di fronte all’emergenza, Capalbio avrebbe dovuto rispondere in tutt’altro modo: focalizzando la sua estate su questo tema, essendo questa terra di dibattiti e incontri. Il che non avrebbe voluto dire trasformare una legittima vacanza in penitenza. Né tanto meno ospitare i migranti nelle proprie case (richiesta subdolamente razzista che si diffonde come un morbo online a chiunque sostenga politiche d’accoglienza “portateli a casa tua”). Invece, col loro silenzio, gli intellettuali di Capalbio non hanno fatto che fornire munizioni ai soliti fustigatori dei Radical Chic. La piccola Atene avrebbe potuto fare la differenza. Che delusione invece questo silenzio di tutti gli intellettuali – quasi tutti: Asor Rosa è stata una delle pochissime eccezioni. Che vergogna vedere non “l’intellighenzia” ma l’intelligenza andare in vacanza. E nascondersi».