Il Cda di Mps «ha confermato all'unanimità la propria fiducia» all'Amministratore Delegato Fabrizio Viola che aveva proposto di varare l'aumento di capitale a gennaio, rinviato dalla Fondazione a giugno. E' quanto emerge da una nota di Rocca Salimbeni. Viola, si legge, «ha ritenuto doveroso mettere a disposizione del Cda il proprio mandato» dopo l’assemblea degli azionisti del 28 dicembre scorso (leggi)
 
Aumento di capitale il prima possibile Bocche cucite all’uscita da Rocca Salimbeni da parte dei membri del Consiglio di Amministrazione. Trapela solo la notizia che il presidente Alessandro Profumo e l’Ad Viola restano al loro posto dopo le numerose voci di dimissioni che si rincorrevano negli ultimi giorni specie per l’Ad che avrebbe dovuto trovare nuova ccollocazione al Banco Popolare di Milano. Il Cda di Mps e il management «effettueranno ogni ragionevole sforzo – prosegue poi la nota – al fine di eseguire con successo l'operazione di aumento di capitale nei tempi più rapidi compatibili con i termini deliberati in assemblea ed alle migliori condizioni consentite nell'attuale contesto».
 
L’auspicio della vendita azioni da parte della Fondazione Il Cda di Mps auspica che la Fondazione Mps «sia in grado di procedere alla dismissione della partecipazione in Mps in tempi rapidi, con un impatto positivo per realizzare l'aumento di capitale» e su richiesta della Consob «ha deliberato di avviare taluni approfondimenti di natura tecnico-legale riguardo gli eventuali effetti dannosi conseguenti allo slittamento dell'operazione di aumento di capitale rispetto ai termini originariamente proposti dal Cda». Intanto le azioni Mps chiudono la seduta in Borsa in rialzo del 2,65% a 0,18 euro