Il contrasto con Rinaudo, il dolore, la caduta a terra, la sostituzione. Una sequenza che Pepito Rossi non avrebbe voluto vivere. Un calvario più che una carriera, quella dell'italo-americano, al terzo infortunio grave della sua vita calcistica. Quanto grave non è ancora chiaro: si va dal pessimismo cosmico delle scarpette appese al chiodo all'ottimismo più sfrenato del ritorno in un mese e mezzo.
 
Mondiale lontano Se ne saprà di più dopo le visite in Colorado e per ora le certezze si riducono a due: con Rossi la sfiga ci sta prendendo gusto; il Mondiale è molto lontano. Anche se dovesse recuperare per marzo, difficilmente le condizioni fisiche saranno per maggio al 100% e Prandelli ha parlato chiaro: in Brasile bisognerà andarci con 23 atleti in grado di reggere lo stress dei viaggi e del clima, Ci vorrà un mezzo miracolo, insomma, per vedere Pepito in maglia azzurra a giugno.

AAA punta cercasi Quanto alla Fiorentina, dopo Mario Gomez, Montella ha perso anche l'altra sua punta di diamante. Urge un intervento sul mercato e oggi il tecnico viola ne ha tracciato l'identikit: «ci auguriamo che Gomez rientri quanto prima. Piuttosto abbiamo bisogno di un giocatore che possa giocare con il tedesco, che sia in grado di fare gol e sappia fare da esterno». I nomi che combaciano con questa descrizione sono tantissimi: la sensazione è che Pradè non si muoverà con fretta né aspetterà le ultime ore del 31 gennaio. Tornando a Rossi, ciò che tiene viva la speranza di rivederlo giostrare sull'erba come sa fare è la sua tenacia: ha recuperato da due infortuni pesantissimi, il che significa che ha tanta forza d'animo. C'è la quasi totale certezza che ne sia rimasta in abbondanza. Forza Pepito!