È stata convocata per sabato prossimo l’assemblea dei soci del Pisa calcio che, ritenuto anche l’interesse di un rilevante e solido gruppo imprenditoriale nazionale ad entrare nel capitale sociale della società, considerando l’attuale indisponibilità del presidente Fabio Petroni e nel tentativo di non disperdere insensatamente quanto di positivo comunemente realizzato, nominerà un nuovo cda. Marco Calleri svolgerà il ruolo di presidente, Lorenzo Giorgio Petroni vice, Giuseppe Tambone sarà consigliere mentre è stato a richiesto a Maurizio Mian di svolgere il ruolo di presidente onorario confermando la propria fiducia al direttore generale Fabrizio Lucchesi. Insomma l’attuale azionista di maggioranza, Fabio Petroni, è pronto a fare l’ennesimo passo indietro pur di favorire l’ingresso di nuovi soci, ma proprio il proprietario del gruppo Terravision ha tenuto a precisare che: «Pur comprendendo la passione dei tifosi ma ricordando che i cosiddetti “banditi” (come spesso la società attuale è stata additata) per ben due volte solo in pochi mesi hanno salvato il Pisa dal fallimento e garantito l’iscrizione della squadra alla serie B, si diffida chiunque dall’utilizzare frasi diffamatorie soprattutto se frutto di strumentali pressioni volte ad indurre l’attuale Proprietà a svendite obbligate, ricordando che già poche settimane fa è stato presentato alle Autorità competenti un esposto in tal senso. Tra l’altro nessuna delle ipotetiche offerte riportate dai media è stata formalmente sottoposta all’attuale Proprietà che ha dato piena disponibilità al Sindaco Filippeschi di valutare con attenzione ed equilibrio eventuali, serie manifestazioni di interesse. Quindi, al momento, non vi è alcuna trattativa ad esclusione della manifestazione di interesse che porterà il Dr. Marco Calleri alla Presidenza della Società».
Pisa verso una nuova società A conferma della trattativa per il possibile passaggio delle quote di maggioranza della società ci ha pensato il d.g. Fabrio Lucchesi. «Al momento il fondo ha offerto circa 5 milioni di euro, Petroni ne vuole 8.- ha sottolineato Lucchesi – Se c’è margine per trattare? Da giorni mi sto occupando proprio di questo, anche se non è facile parlare con Britaly. Soprattutto non è facile parlare con una persona agli arresti domiciliari. Il patto di Gallarate è stato di fatto un bluff in cui ci sono rimasto dentro e mi pento di averlo accettato». Dietro il fondo pronto a rilevare il Pisa c’è Pablo Dana, l’uomo d’affari che ha anche curato la trattativa fra Berlusconi e il tailandese Bee Thaechaubol per l’acquisto del Milan. «Conosco Dana da molto tempo – ha detto Lucchesi a Canale 50 – e come me anche Gattuso. Ma un fondo d’investimento si muove in maniera diversa rispetto a un imprenditore: hanno tempi più lunghi e, a quanto mi risulta, prima di venerdì prossimo i rappresentanti del fondo non saranno in Italia. La situazione è delicata e devo dire che sono rimasto deluso di alcune prese di posizione dei tifosi: io avrò fatto degli errori, certo, ma ho lavorato e sto lavorando per il bene del Pisa. Io stesso mi trovo in una situazione assurda, anche economicamente, visto che ancora non ho ricevuto niente delle quote cedute a Britaly».