La vittoria schiacciante con cui Matteo Renzi ha fatto sua la segreteria del Pd ci dice una cosa sola: il sindaco di Firenze ha fatto breccia nel popolo del centrosinistra italiano. In Toscana però, specie per la componente artistica del Granducato, non sembra valere la stessa cosa. «A Firenze ce lo siamo tolti dai c…. Ce lo siamo tolti della concorrenza». Parole di Leonardo Pieraccioni in occasione della presentazione del suo film “Un fantastico viavai”, in uscita nelle sale di tutta Italia e alla ricerca di un nuovo record d’incassi nella sfida tra i “cinepanettoni” del Natale 2013. Il regista de “Il ciclone” non è apparso tra i più entusiasti della vittoria politica del ciclone-Renzi. Si tratta solo di una battuta sarcastica? Forse. Ma fino ad un certo punto: «È un comico eccezionale – ha aggiunto Pieraccioni -, tiene il palco meglio di Benigni, Fo e Panariello messi insieme. Io e miei colleghi stiamo sul palco per un’ora e mezzo, lui alla Leopolda ha parlato per cinque ore. Se lo “ritrombavano”, ce lo ritrovavamo un’altra volta come concorrente» (guarda).
Pieraccioni e Pelù contro Renzi Le parole del regista, forse scherzose forse no, fanno eco ad un’altra invettiva scagliata qualche mese fa dall’ex leader dei Litfiba, Piero Pelù, nei confronti di Renzi: «Il sindaco più latitante della storia della mia amata città», così lo aveva descritto il rocker fiorentino che poi c’era andato già pesante: « È un “berluschino” – aveva aggiunto Pelù -, è riuscito con perseveranza certosina e promesse fantascientifiche a mettere tutti d'accordo all'interno di quel buco nero della politica che è il Pd». Il leader dei Litfiba non si tirò indietro nemmeno quando fu ospite alla trasmissione La Zanzara di Radio 24: «leggi). Come sindaco mi ha fatto cacare – aveva tuonato Pelù -. Renzi di sinistra non ha nemmeno il piede, la mano ed il resto della parte sinistra. La parte sinistra del corpo gli manca proprio. E' solamente un grande centro. E' sempre stato democristiano. Vuole piacere a tutti». E da lì partì anche l'attacco al collega Lorenzo Jovanotti salito, a detta di Pelù, prima sul carro di D'Alema poi su quello di Veltroni e infine su quello di Renzi (
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Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/FirenzeTodayDecisamente diverso l’orizzonte di Pieraccioni, sebbene anche dalle sue parole non si denoti tanta fiducia nell’operato del neo-segretario dei democratici. «Ha detto che la sua storia può essere descritta come un film di Kubrick – ha detto ancora il regista -. È bene che diventi Presidente del Consiglio e che si possa vedere questo film. Se glielo fanno fare e lui riesce a rimettere a posto l’Italia gli daremo un bacio in fronte, sennò una “pacchettina” tra capo e collo e lo rimandiamo in Regione».
Ceccherini e Paci disturbatori Insomma, l’universo artistico toscano non sembra puntare su Matteo Renzi. Fa storia a sé il duo Massimo Ceccherini–Alessandro Paci che, in occasione dell’inaugurazione della stazione delle tramvia delle Cascine dedicata alla memoria di Carlo Monni, interruppero – chissà con quali intenzioni – l’intervista che Servizio Pubblico stava realizzando con il sindaco di Firenze sulla legge elettorale. «Io Renzi lo conosco da quando era piccino. È un bravo ragazzo», aveva urlato ai microfoni Ceccherini, «Io l’ho anche battuto a calcetto», aveva aggiunto Paci. Un simpatico siparietto che aveva tolto Renzi da una leggera empasse data dalle domande pressanti di Giulia Crescenzi sulla nuova legge elettorale. E poi il consiglio di Ceccherini: «Sul porcellum non mi cadere sul volgare». Chissà se il neo-segretario ne terrà conto…