Pochi secondi possono cambiarti la vita, figuriamoci una partita di basket. Chiedere, per info, a Malaga e Zielona Gora che sono passate in un attimo da un supplementare, gli spagnoli, e da una vittoria, i polacchi, ad un sacco pieno di pive. Merito di Jeff Viggiano, l'ultimo arrivato a Siena, che con sè ha portato tutto il coraggio e il cuore che gli avevamo visto con le altre canotte indossate in carriera. Perché un buzzer-beater può essere un caso, specie se tirato in condizioni d'equilibrio precarie; due sanno di minor casualità.

La partita Ridurre MPS-Stelmet alla tripla del lucano d'origine, però, è ovviamente riduttivo. Prima c'è stata una partita in cui Siena ha faticato a trovare brillantezza e continuità in attacco, dove la debilitazione di Hackett per un virus intestinale ha pesato sulla partita sua e dei compagni. Rispetto alle ultime uscite un passo indietro, fisiologico per certi versi, c'è stato e lo stesso Crespi ne è consapevole: «Abbiamo giocato con minor qualità ma siamo sempre stati in partita» ha detto un fiero coach in zona mista. Ed ha ragione: lo Stelmet ha avuto la possibilità di chiudere il match più volte ma senza riuscirci. E spesso, in questo gioco, se risparmi l'avversario questo ti punisce. Never give up, insomma: non mollare mai è stato il segreto del successo senese.

L'Eurolega E ora? Ora ci sono due partite con significati e pesi molto diversi. Innanzitutto la gara al Pireo con l'Olympiacos senza pubblico, poi il 19 dicembre dentro o fuori con Malaga. Dal punto di vista della qualificazione la gara con i greci è ininfluente: vincere o perdere non cambia il destino di Siena, obbligata comunque a battere l'Unicaja nell'ultima gara. Però giocare ad Atene una buona partita, mettere in difficoltà Spanoulis e compagni, provare a vincere e magari riuscirci metterebbe la Montepaschi in una situazione mentale molto positiva. Contro gli spagnoli ci vorrà anche l'apporto di un pubblico numeroso e rumoroso, cosa che ieri abbiamo visto a sprazzi con meno gente sugli spalti rispetto alle altre partite vuoi per l'orario vuoi per il poco fascino dell'avversaria.