E’ ancora buia la strada in fondo al tunnel della ripresa economica in Toscana. La conferma arriva direttamente dal rapporto ''L'economia della Toscana – Aggiornamento congiunturale'' presentato oggi dalla sede di Firenze della Banca d'Italia. Nel primo semestre del 2013, infatti, è proseguita la fase recessiva avviata dalla metà del 2011. Analogamente al complesso del Paese, gli indicatori disponibili per la Toscana mostrano tuttavia segnali di miglioramento a partire dal secondo trimestre. Nei sondaggi condotti nelle imprese le previsioni formulate per i prossimi mesi risulterebbero più favorevoli.

I primi sei mesi Nei primi sei mesi la produzione industriale è scesa del 3,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012. La flessione non ha interessato la componente estera della domanda ed è stata meno intensa nel secondo trimestre. Tra le imprese intervistate dalla Banca d'Italia la frequenza dei casi di aumento del fatturato nei primi nove mesi è stata pari a quella dei casi di riduzione. Gli investimenti sono rimasti contenuti (oltre un quarto delle imprese ha rivisto al ribasso i propri programmi di spesa) e, nelle attese, non si risolleveranno nel 2014. Le esportazioni a prezzi correnti sono scese nel primo semestre dell'1,9 per cento. Vi ha influito la forte flessione dei metalli preziosi (dovuta anche alla riduzione del prezzo dell'oro), al netto della quale le vendite all'estero sarebbero salite del 5,0 per cento. Un contributo positivo è provenuto dal sistema della moda (soprattutto pelli, accessori e calzature) e dalla meccanica allargata (esclusi i mezzi di trasporto).

Difficoltà per le costruzioni Nel settore delle costruzioni è proseguita la situazione di forte difficoltà, sia nel comparto abitativo sia in quello delle opere pubbliche. L'impiego degli ammortizzatori sociali è cresciuto in misura sostenuta. Come lo scorso anno, circa tre quinti delle imprese intervistate dalla Banca d'Italia ha dichiarato un calo dell'attività produttiva. Nel residenziale alla ulteriore flessione degli scambi si è accompagnato un marcato calo delle quotazioni medie. Il valore dei bandi di gara per opere pubbliche è ulteriormente sceso; si sono attenuate le difficoltà connesse con i ritardi dei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni. L'attività nel terziario è stata frenata dalla debolezza della domanda interna. Tra le imprese intervistate dalla Banca d'Italia il saldo tra i casi di aumento e quelli di riduzione del fatturato nei primi nove mesi è risultato negativo, anche se le aspettative sono meno sfavorevoli. In valore nominale, le vendite al dettaglio sono cadute del 5,8 per cento. La flessione dei turisti nazionali ha provocato un calo delle presenze complessive. La movimentazione delle merci si è nuovamente ridotta. Nonostante il ricorso ancora massiccio alla Cassa integrazione (frenato dal ritardo negli stanziamenti per la componente in deroga) l'occupazione è scesa nel primo semestre dell'1,4 per cento. Il calo si è esteso dall'industria ai servizi. La crescita delle persone in cerca di occupazione ha portato il tasso di disoccupazione al 9,2 per cento.

Contrazione del credito erogato Nel primo semestre il credito erogato alle imprese da banche e societa' finanziarie, al lordo delle posizioni in sofferenza, si è contratto del 2,7 per cento; nei mesi estivi la dinamica non è variata. Secondo le banche intervistate, alla flessione hanno concorso sia la perdurante debolezza della domanda (alla scarsa richiesta di prestiti per investimenti produttivi si eèaggiunto il calo della componente connessa con il fabbisogno di circolante) sia la rigidità dell'offerta (che si è lievemente inasprita nel semestre, principalmente negli spread applicati alle imprese più rischiose). In giugno i prestiti di banche e finanziarie alle famiglie erano stazionari rispetto a dodici mesi prima. Il calo dei mutui per l'acquisto di abitazioni (pari a un quinto per le nuove erogazioni) è stato compensato da un lieve aumento del credito al consumo. La domanda dei mutui è ancora debole, a fronte di una maggiore prudenza delle banche nella quota del prezzo di acquisto finanziata. La qualità del credito è ulteriormente peggiorata. La quota di impieghi vivi entrati in sofferenza nei quattro trimestri terminanti in giugno è stata del 3,8 per cento, un valore superiore a quello nazionale. Il peggioramento è legato alle difficoltà del settore produttivo, in particolare a quelle dell'industria manifatturiera, mentre resta contenuto l'indicatore riferito alle famiglie. E' rimasta pressoche' invariata l'incidenza delle partite deteriorate diverse dalle sofferenze. La raccolta bancaria effettuata presso famiglie e imprese è cresciuta del 2,1 per cento nei primi sei mesi dell'anno. Anche i titoli in custodia sono saliti.