Sergio Bertini ha confessato di aver strangolato Irina Meyntser, la 47enne russa che era sua compagna da circa due anni. Il tecnico informatico, si apprende da fonti inquirenti, è crollato durante l'interrogatorio di garanzia in carcere dinanzi al Procuratore Francesco Verusio, ai sostituti procuratori Laura D'Amelio e Marco Nassi e al Gip Marco Bilisari. L'uomo ha ammesso di averla uccisa nella loro abitazione, a Grosseto. Il giudice dopo l'interrogatorio ha convalidato l'arresto e confermando la custodia cautelare in carcere. Bertini, tecnico informatico, incensurato, era stato fermato sabato scorso. Su di lui gravavano  le accuse di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.

Depistaggio La donna era scomparsa ufficialmente il 16 ottobre scorso e fu lo stesso Bertini a denunciarne la scomparsa rivolgendosi alla trasmissione tv 'Chi l'ha visto?'. Il cadavere della donna e' stato ritrovato il 24 ottobre sera da alcuni cacciatori in un dirupo impervio del promontorio dell'Argentario, nei pressi di Porto Ercole. La vittima è stata identificata grazie alle impronte digitali.

La gelosia tra i moventi Secondo le indagini di Procura e Carabinieri di Grosseto Bertini dovrebbe aver strangolato la donna il 13 ottobre nell'appartamento dove i due vivevano. Forse in una lite maturata in un rapporto che, secondo racconti fatti ai carabinieri da amiche italiane e russe della vittima, negli ultimi tempi si stava deteriorando. Per tre giorni la scomparsa di Irina non è stata denunciata, poi Bertini è uscito allo scoperto e ha chiesto soccorso ai Carabinieri per rintracciare la compagna. Lo ha fatto con le autorità, ma anche rivolgendosi alla trasmissione 'Chi l'ha visto?'. Dalle indagini emerge perfino che l'uomo avrebbe inviato sms e fatto ripetute telefonate al cellulare della donna, rintracciate nei tabulati telefonici. Bertini aveva raccontato di averla accompagnata alla stazione ferroviaria di Grosseto per un viaggio a Roma, ma ai Carabinieri questa circostanza non sta risultando. Invece, altri riscontri fanno ipotizzare agli investigatori che Bertini si sarebbe recato a Roma per 'abbandonare' alla stazione Ostiense parte del bagaglio della donna. Per i Carabinieri l'uomo l'avrebbe gettata in un dirupo, sulla strada Panoramica dietro Porto Ercole, in un luogo impervio e poco frequentato fuori dalla stagione estiva. Quando ieri i militari hanno interrogato Bertini, l'uomo – nella sua versione dei fatti – è entrato in contraddizione, in particolare sulla data della scomparsa, così il suo legale gli ha consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere. La gelosia, secondo le indagini tuttora in corso, potrebbe essere il movente che avrebbe portato Bertini a strangolare la badante russa. Bertini ha alle spalle un matrimonio finito da un paio di anni ed è padre di una bambina piccola, subito affidata alla madre. Il tecnico è considerato una persona che viveva in modo riservato e non si esclude, tra i conoscenti di Grosseto, che abbia avuto un crollo psicologico alla morte della madre, avvenuta a giugno. Questa vicenda personale potrebbe aver pesato.