Sul salvataggio delle banche, dopo il 2013, «ci sono dei vincoli complicati da spiegare. In soldoni: se vogliamo fare un intervento pubblico, bisogna che paghino anche i cittadini. E io non voglio che per le responsabilità dei politici del passato, e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi. Non è un fatto di consenso, è un fatto di giustizia. Paghi chi ha sbagliato, non la gente comune». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un’intervista a Repubblica. In riferimento al piano per il Monte dei Paschi di Siena, il premier aggiunge che «con Padoan abbiamo agito all’unisono, incoraggiando una soluzione di mercato. La Bce e il Cda hanno fatto poi la scelta che hanno ritenuto piu’ solida».
Mps, le responsabilità politiche Renzi addita le responsabilità «enormi di una parte politica della sinistra, romana e senese», e in generale osserva che «da Banca121 in poi certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale». Il premier, nonostante il rallentamento dell’economia, esclude il ricorso ad una manovra correttiva per il 2016: «Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie, ma seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l’Iva non aumenterà. E le tasse continueranno a scendere, perché andremo avanti sul taglio dell’Ires».
Anche il sindaco di Siena condivide Con un post su Facebook, il primo cittadino di Siena Bruno Valentini ha dichiarato di condividere al 100% le parole di Renzi. «Con la prossima ricapitalizzazione, Mps sarà una banca nuova, ripulita dalle magagne del passato, su cui Renzi come io ed il Pd senese ammettiamo le responsabilità della sinistra (locale e nazionale, in buona compagnia perché anche il resto della politica partecipava al banchetto) – scrive il sindaco -. Dal 2012 é completamente fuori da ogni minima interferenza su MPS e si occupa della banca non per poltrone e potere ma solo per dare una mano ad uscire da una situazione pericolosissima per il territorio, chi ci lavora e per i clienti. Finalmente, anche se troppo tardi dopo iniziative rivelatesi provvisorie, si è avuto il coraggio di una manovra mai vista prima in Europa che, se riuscirà come tutti noi auspichiamo, restituirà a Siena ed al Paese una banca che si salverà grazie alla forza della sua storia, della tenacia dei propri dipendenti, della credibilità del management, e soprattutto della fiducia dei clienti che non é mai venuta meno nonostante le insidiose e vergognose campagne di stampa che avrebbero ammazzato qualunque altra banca diversa dalla banca più antica del mondo, fino a vent’anni fa riconoscibile per quel legame storico e culturale con una piccola città come Siena, che è e deve restare il marchio che garantisce questo straordinario valore senza il quale Mps non esisterebbe più e sarebbe stata già spezzettata ed ingoiata da altri». Valentini chiude dicendo di aver condiviso tutto questo, e anche un certo «l’ottimismo per il futuro» con Renzi, durante una telefonata, dopo l’approvazione del piano per Mps.