«C'é un nuovo assedio da respingere. Quello al lavoro». Non ha usaTO mezzi termini il primo cittadino di Piombino, Gianni Anselmi, per spiegare la sua decisione di aderire e appoggiare l’iniziativa di protesta che ha portato questa mattina all’occupazione della Fortezza del Rivellino a Piombino, promossa dai rappresentanti dei sindacati Fim, Fiom e Uilm. L'occupazione, a cui partecipano anche i lavoratori a fine di ogni turno, sarà portata avanti fino a quando non ci saranno certezze sulla prosecuzione dell'attività produttiva dell'altoforno, in attesa di una convocazione urgente del Ministero dello Sviluppo economico (leggi). Convocazione che puntualmente è arrivata per venerdì prossimo alle 15e30 dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. Ma tanto non è bastato per far desistere lavoratori e sindacati dal proseguire la protesta fino a quando la delegazione sindacale non riferirà loro l'esito dell'incontro. Obiettivo: evitare la chiusura dell’altoforno della Lucchini di Piombino per cui l’ultima presa di posizione del ministro Flavio Zanonato era stata: «L'altoforno tra qualche mese, non lo so quando, dovrà essere chiuso perché ha finito il suo ciclo di vita. Dobbiamo trovare soluzioni, una delle quali è lo smantellamento della Concordia, che consentano a questa attività nel campo siderurgico di continuare».
 
Le parole del sindaco E il primo cittadino si è schierato al fianco dei lavoratori. «Ho consegnato ai lavoratori le chiavi del Rivellino – ha spiegato il sindaco Gianni Anselmi -. È stato aperto un presidio permanente che non sarà sciolto finché il sindacato non avrà ricevuto garanzie sulla prosecuzione della vita dell'altoforno di Piombino per il tempo necessario ad avere certezze di prospettiva intorno alle proposte innovative che abbiamo fatto».

Le reazioni «Zanonato convochi subito i sindacati dell'azienda siderurgica Lucchini e dia seguito agli impegni da lui assunti il 6 agosto scorso durante la visita all'azienda, quando garantì la prosecuzione dell'attività dell'altoforno» ha detto la deputata Silvia Velo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. «Riteniamo positivo – ha spiegato – che il Governo abbia finalmente attivato un tavolo per attuare il decreto che individua Piombino come area di crisi industriale complessa, una decisione da cui può scaturire la possibilità di reperire finanziamenti, sia in sede nazionale sia europea, per la riconversione dell'impianto siderurgico con tecnologie più moderne. Tuttavia – ha aggiunto – non è possibile nessuna riconversione se non viene garantita la continuità lavorativa dell'azienda il cui stop significherebbe ben 1.500 esuberi: un dramma insopportabile per Piombino che conta 30 mila abitanti». Anche il parlamentare del Pd Andrea Manciulli ha chiesto a Zanonato di mantenere la «promessa di continuare attività».

I lavoratori Intanto i lavoratori hanno deciso di proseguire l’occupazione ad oltranza «Vogliamo capire quali sono le reali prospettive che il commissario Nardi e il governo hanno su Piombino» ha detto Fausto Fagioli, segretario della Fim Cisl, sul Torrione del Rivellino con gli operai. «Io sto dalla parte dei lavoratori» ha aggiunto il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi.