Al’indomani della presentazione del nuovo piano industriale, l’Amministratore Delegato di Mps Fabrizio Viola ha incontrato oggi le sigle sindacali per l’illustrazione dei progetti sul taglio dei costi del personale previsto dal piano stesso: 500 milioni di euro entro il 2017. Tolti i 2.700 dipendenti già usciti grazie al precedente piano, la riduzione riguarderà complessivamente 5.300 dipendenti. Di questi 1.100 attraverso l'esternalizzazione delle attività di back-office per cui sono in corso le trattative con Bassilichi e Accenture; altri 700 grazie al turnover, 600 passerebbero verso enti o società e 2.900 tramite prepensionamento con ricorso al fondo di solidarietà. Numeri e progetti che hanno scaturito le reazioni di tutte le sigle sindacali, quelle che non alzavano la voce da tempo e quelle che hanno continuato a manifestare il loro dissenso, quelle che firmarono l’accordo quadro già nel dicembre scorso (leggi) e quelle che hanno continuato con azioni di protesta. Bisognerà adesso vedere se riusciranno a ritrovare quell’unione persa proprio nel dicembre scorso. Qualche punto in comune c’è nelle prese di posizione ma restano ancora diverse divergenze.
Fisac, Mps come Mirafiori «Riaprire il confronto con i vertici di Monte Paschi di Siena e, allo stesso tempo, avviare un tavolo con il Governo perché la questione Mps, con il suo rilancio, risanamento e gli esuberi annunciati, è un tema di rilevanza nazionale e anche perché, dopo aver concorso a definire il piano della banca nei confronti dell'Ue, l'esecutivo deve garante delle prospettive e della tutela occupazionale”. E' quanto affermato dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale. Nel corso del suo intervento, il leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil ha ricordato come «sarebbe stata necessaria una consultazione prima del varo del piano e in ogni caso va assolutamente riaperto un confronto con i vertici della banca da qui in avanti perché la questione occupazione in Mps, per le dimensioni e per l'impatto, è un tema di grande impatto, a maggior ragione in un contesto del settore in cui Abi disdetta il contratto e punta a non rinnovare l'accordo sul fondo di sostegno al reddito e all'occupazione». I numeri del piano presentato ieri, infatti, ha sottolineato il dirigente sindacale, «ovvero un pacchetto di 8 mila esuberi complessivi, di cui 3.400 derivanti dal nuovo piano che raggiungono i 5.300 con la cessione di asset ed esternalizzazioni, sono associabili alla chiusura di una fabbrica come Mirafiori o come la chiusura di almeno 2.500 imprese dei distretti industriali».??Ed è alla luce di questi numeri che Megale chiede un impegno al Governo. «E' proprio per avere garanzie che rilancio e risanamento siano reali e che l'occupazione venga tutelata al massimo che chi come il governo ha concorso a definire il piano nei confronti dell'Europa sia ora garante delle prospettive e della tutela occupazionale», ha detto aggiungendo che: «Non mi consola l'aver avuto ragione che il vecchio piano era inadeguato, quel che conta ora è aprire un confronto serio che metta al centro il risanamento ma anche i lavoratori nella difesa dei loro diritti e delle garanzie per il futuro». Per tutto questo, ha concluso Megale, «è indispensabile, fermo restando le diversità che hanno caratterizzato l'azione sindacale nei mesi passati, proprio a partire dal giudizio sul vecchio piano industriale, essere capaci di superare le divisione e ricostruire quell'azione unitaria capace di porre al centro la difesa dell'occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori».
Fiba, meno tagli e più ricavi Il piano di rilancio di Mps è sbilanciato. E' quanto sostiene il segretario generale della Fiba-Cisl, Giulio Romani, che suggerisce meno tagli occupazionali e più ricavi. «I tagli all'occupazione – afferma il sindacalista – arrivano in un momento di grande difficoltà del settore, dopo la disdetta da parte dell'Abi del contratto nazionale e del Fondo di solidarietà. Ed è proprio su quest'ultimo fronte che gli sviluppi del piano Mps preoccupano maggiormente. Questo perchè il termine per la trasformazione del Fondo a norma della legge Fornero scade il 31 ottobre, il che rende necessario trovare una soluzione quanto prima. Per questo crediamo sia urgente che il Governo intervenga: serve un confronto ampio in grado di individuare le soluzioni necessarie a mettere in sicurezza un settore, quello bancario, che accusa sempre più vistosamente i colpi della crisi»
Ugl contro il diktat europeo «Sarebbe necessario un sussulto di orgoglio nazionale da parte di forze politiche, sociali e imprenditoriali, con Governo in testa, per respingere il diktat europeo verso Mps che l'obbliga a nuove e penalizzanti misure di adeguamento di parametri economici stabiliti da una Commissione che non parla italiano e, forse, nemmeno conosce le potenzialità finanziarie e la tradizione economica del nostro Paese». Ad affermarlo in una nota è il segretario generale dell'Ugl Credito, Fabio Verelli, al termine dell'incontro con l'ad di Mps, Fabrizio Viola, spiegando che «ci ha illustrato il nuovo piano di ristrutturazione della banca senese, che prevede ulteriori sacrifici per i dipendenti, nell'ambito di una ennesima riduzione del costo del lavoro e delle spese generali». Ma il Monte, conclude, «grazie al senso di responsabilità del sindacato, ha già definito un piano industriale, tutt'ora in atto, che sta dando positivi risultati, essendo mirato alla razionalizzazione dei costi ed al rilancio della banca e, difficilmente, saremo disponibili a nuovi sacrifici nel nome di vaghe esigenze comunitarie che non ci appartengono».
Uilca vuole il ripristino delle relazioni sindacali «Il numero degli esuberi avrà un impatto sociale fortissimo». E' questo l'intervento del segretario generale della Uilca, Massimo Masi, espresso nel corso della conference call con l'ad del Montepaschi, Fabrizio Viola sul piano di rilancio del gruppo varato ieri. La Uilca, ha proseguito Masi, «non parteciperà a nessuna riunione se prima non verranno ripristinate le corrette relazioni sindacali a livello nazionale in quanti non siamo disponibili a trattative con il Ccnl disdettato e il Fondo di solidarietà (unico strumento di ammortizzatore sociale della categoria del credito) che scade il 31 ottobre e che nel frattempo non verrà adeguato alla legge Fornero e quindi potrebbe perdere le caratteristiche che hanno consentito al settore bancario di una ristrutturazione senza licenziamenti». Il sindacalista ha quindi invitato «il top management di Mps di farsi carico di queste problematiche e di intervenire presso ABI per ripristinare quelle dotazioni contrattuali fondamentali per la tranquillità e le certezze contrattuali e previdenziali dei lavoratori. Nel corso dell'incontro di ieri fra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e il presidente del consiglio Enrico Letta sono state poste al Governo le problematiche del settore del credito e quello della banca senese»
Fabi, fuori la politica dalla banca «Come dichiarato oggi nella conference call con l'amministratore delegato Viola, non riteniamo utile l'intervento del Governo, se non per questioni ed argomenti di carattere finanziario. Siamo contrari alle ingerenze esterne di chi vuole risolvere il problema esuberi prepensionando obbligatoriamente i lavoratori del Gruppo Mps, con un assegno pari al 60% dell'ultima retribuzione», così Lando Sileoni, segretario generale della Fabi interviene sul nuovo business plan del gruppo bancario senese. «Si possono raggiungere i numeri del piano attraverso esodi volontari e incentivati economicamente, senza licenziamenti e senza forzature, che non accetteremo mai. Profumo e Viola continuino a dimostrare, attraverso una corretta gestione, di essere in grado di salvare il terzo gruppo bancario italiano. Non servono nè ingerenze della politica, nè eventuali forzature che saranno contrastate con ogni mezzo. La disdetta del contratto nazionale di lavoro, sul quale i rappresentanti del Gruppo Mps hanno, in sede Abi, espresso piena condivisione, complica ancora di più una situazione che avrebbe invece bisogno di tutt'altre condizioni di partenza.Una valutazione complessiva su piano la FABI sarà in grado di darla solo nei prossimi giorni, una volta approfondito ogni singolo argomento» conclude Sileoni.