L'annuncio del via libera tanto atteso dal mercato è arrivato intorno alle 17. Dopo una giornata di rally in borsa per il titolo Mps che ha fatto registrare un +6,26%, il Cda di Rocca Salimbeni ha approvato il piano di risanamento della banca dopo un lungo braccio di ferro sui contenuti tra l'Unione Europea e il Ministero dell'Economia e delle Finanze (scarica). Ed il nuovo piano di risanamento è molto più drastico rispetto a quello «lacrime e sangue» presentato a giugno del 2012 (leggi).

I numeri del Piano Il via libera passa per un maxi aumento di capitale fino a 2,5 miliardi di euro. Il piano prevede 8000 esuberi al 2017, di cui 2700 circa già usciti al 30 giugno del 2013. Il costo del personale si riduce pertanto di circa 500 milioni di euro. «L'obiettivo di riduzione dell'organico al 2017 risulta coerente con i risultati fin qui ottenuti (riduzione di circa 2.700 unità) soprattutto attraverso le manovre di ricomposizione degli organici già realizzate – spiega la banca -. Per la quota rimanente, di circa 5.300 dipendenti, oltre alle operazioni industriali di cessione delle attività non strategiche e di esternalizzazione, il Piano prevede soluzioni che consentano il raggiungimento degli obiettivi con il minor impatto occupazionale possibile attraverso il ricorso al Fondo di solidarietà, nell'ambito delle previste fasi di confronto con le organizzazioni sindacali». Mps si impegna a rimborsare entro il prossimo anno 3 miliardi di euro di Monti bond, ovvero più del 70% del totale. La banca precisa inoltre che il rimborso è soggetto all'approvazione dell'Autorità di Vigilanza. Il numero degli sportelli da chiudere a fine 2017 salirà a 550 unità, di cui 400 già chiusi a settembre del 2013. Mps inoltre si impegna «a rispettare il limite massimo di remunerazione – concordato con la Commissione Europea per un importo pari a 500.000 euro – fino al completamento dell'aumento di capitale o al rimborso integrale dei Nuovi Strumenti Finanziari». Questo limite sulla remunerazione, spiega la banca, si colloca in un contesto che vede la banca aver adottato già significativi contenimenti della retribuzione nel 2012 e nel 2013. Mps prevede un utile netto di circa 900 milioni di euro a fine piano. Ora la palla passa alla Commissione Europea per il via libera definitivo previsto entro la data della relazione trimestrale fissata per il 14 novembre. 

Ottimismo per il futuro «Mps parte da una base nuova e può guardare con ottimismo al futuro». Lo dice l'Amministratore Delegato Fabrizio Viola, nel presentare le slide di commento alle linee guida del piano di ristrutturazione 2013-2017: «non partiamo da zero: dopo 17 mesi di lavoro intenso siamo in una fase in cui abbiamo visto grandi cambiamenti nella banca» afferma Viola, citando i ricambi nel management e alla semplificazione dell'assetto del gruppo, nonchè l'abolizione del limite del 4% ai diritti di voto per gli azionisti. Cambiamenti, sottolinea Viola, che «hanno creato una nuova condizione» per il futuro della banca. «C'è ottimismo, e siamo fiduciosi che raggiungeremo gli obiettivi del piano: fiducia confortata dai risultati già raggiunti». Ha aggiunto il direttore finanziario di Mps, Bernardo Mingrone. Un piano, ha specificato l'Ad Viola, che si basa «su posizioni prudenziali» per quanto riguarda gli scenari di ripresa economica. «Il piano di ristrutturazione conserva intatte la nostra visione e le priorità strategiche della Banca ma consente di accelerarne il rilancio attraverso il rafforzamento patrimoniale ed il piano di rimborso anticipato dei Nuovi Strumenti Finanziari, nel pieno interesse di tutti i nostri stakeholder». Così il presidente di Mps, Alessandro Profumo, commentando il piano varato oggi dalla banca

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