Non solo Siena e Pisa. Nello scontro fratricida della Toscana per il titolo di capitale europea della cultura 2019 si inserisce anche Grosseto con la Maremma. Una candidatura silenziosa, quest’ultima, lontana dal coro delle istituzioni e dagli slogan che accompagnano l’iter di selezione ma che invece punta sul principio di “passione e partecipazione” e che pare abbia già trovato l’adesione di oltre 200 soggetti tra cittadini, associazioni, aziende e imprese del territorio. Secondo quanto riporta qcodemag.it, sarebbero «due eclettici artisti toscani» ad aver proposto la candidatura a Roma: Maurizio Cont e Gianmarco Serra (leggi).
Maremma, candidata invisibile Fino ad oggi il nome di Grosseto e della Maremma non appariva tra le candidate ufficiali. Ma questo rientra nel meccanismo del processo decisionale che – anche a Roma, – sembra essere rallentato dalle miriadi di proposte inviate al Ministero della Cultura che, a giorni dovrebbe proclamare il comitato di 13 “saggi” (7 italiani e 6 esteri) che poi procederanno alla prima selezione delle città che si contenderanno a Bruxelles il titolo e l’importante premio sottoforma di contributi, circa un milione e mezzo, per attuare il progetto. Quello di Grosseto sembra essere un piano di azione invisibile ed anche sul web si trovano pochissime tracce di tutto ciò. «Il progetto ammette poi azioni invisibili, cioè sprovviste di cornici – si legge ancora su qcodemag.it che sembra essere l’unico portale a conoscenza della candidatura della Maremma in ottica 2019 -. Il documento di candidatura cita, ad esempio, il caso del grande violinista statunitense che ha realizzato un concerto a Chicago in un auditorium a pagamento facendo il pienone, per poi replicare in incognito il giorno seguente nella metropolitana sottostante, senza che nessuno lo riconoscesse e gli desse un soldo. La presenza di azioni invisibili, definisce il comitato promotore, restituirà a tutti la consapevolezza che bisogna educarsi a saper riconoscere la bellezza, la qualità, il valore anche nelle cose che non sono impacchettate, incorniciate o messe al centro di potenti riflettori. Non secondaria l’intenzione di “costringere” le autorità politiche ed istituzionali ad impegnarsi: gli enti sono ammessi solo clandestinamente, senza possibilità di eventi ufficiali, protocollati e ingessati».
Grosseto 2019: c’è ma non si vede Poche, criptiche e sporadiche informazioni, dunque. Diametralmente l’opposto rispetto a quanto hanno fatto fino ad oggi, solo in Toscana, a Pisa e Siena (quest’ultima appoggiata anche da Firenze e dalla Regione – leggi). Senza pensare poi alle varie Pesaro o Venezia-Nord Est che sin da subito hanno palesato mastodontici programmi e importantissime ambizioni. In questo panorama di candidature si inserisce anche la Maremma. Un gesto provocatorio? Una speranza per un territorio culturalmente sottostimato nell’orizzonte regionale? La volontà di dare un qualsiasi segnale di rilancio al tempo della crisi economica mondiale? Cercheremo di capire cosa si cela dietro perché il progetto di Grosseto capitale europea della cultura 2019 che, come “il trucco”, pare esserci. Anche se non si vede.
Le 21 città candidate Intanto oggi è stato reso noto l’elenco delle 21 città italiane candidate a capitale europea della cultura per il 2019. Lo ha fatto attraverso un tweet il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray. Le città sono: Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, Citta'-diffusa Vallo di Diano e Cilento con la Regione Campania e il Mezzogiorno d'Italia, Erice (non inviata candidatura cartacea), Grosseto e la Maremma, L'Aquila, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia con i luoghi di Francesco d'Assisi e dell'Umbria, Pisa, Ravenna, Reggio di Calabria, Siena, Siracusa ed il Sud Est, Taranto, Urbino, Venezia con il Nordest.