Dopo l'importante flessione produttiva con cui si è aperto il 2013, i risultati dell'indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana sulle imprese manifatturiere toscane fanno registrare – nel secondo trimestre dell'anno – una significativa decelerazione nella contrazione della produzione manifatturiera (-1,8%), accompagnata da un modesto ma significativo miglioramento del clima di fiducia delle imprese. Si attenua il calo produttivo, toccato il punto di minimo.
 
Il peggio è passato Restano tuttavia critiche e in ulteriore peggioramento le condizioni relative al mercato del lavoro: la contrazione degli organici delle unità locali manifatturiere è aumentata progressivamente di intensità nel corso della prima metà dell'anno, raggiungendo il -1% in termini tendenziali nel secondo trimestre e rendendo probabile il perdurare delle difficoltà occupazionali anche con riferimento ai prossimi mesi. L'attenuazione, anche per altri indicatori aziendali rilevati presso le imprese, dei segnali pesantemente negativi fin qui registrati sembra dunque evidenziare il raggiungimento – fra aprile e giugno – del punto di minimo della fase recessiva attraversata nell'ultimo biennio, e porre le condizioni per l'avvio di una ripresa che tuttavia, secondo quanto espresso da molti analisti, si preannuncia molto lenta e graduale, in uno scenario nazionale e internazionale caratterizzato da numerosi elementi di criticità e di rischio.
 
La situazione resta grave «I timidi segnali di 'fine caduta' dell'economia toscana non devono farci dimenticare che la situazione resta grave e l'incertezza profonda, complici la domanda interna in pesante recessione, il record della pressione fiscale, anche locale, le restrizioni del credito e le difficoltà del mercato del lavoro». Lo ha detto presidente di Confindustria Toscana Pierfrancesco Pacini, commentando i dati dell'indagine. «E' presto per dire se sia un graduale ritorno alla normalità o una tregua insidiosa; certamente si tratta di un passaggio delicato, perchè il consolidamento del quadro economico – e l'avvio di una nuova fase espansiva per la Toscana industriale – non possono fare affidamento sul solo traino congiunturale. Nonostante i solchi profondi lasciati dalla crisi, le imprese dovranno proseguire i loro sforzi di riposizionamento di prodotto, processo e mercato. Ma una ripresa autentica della Toscana – continua Pacini -, che non sia ancorata a pochi decimi di Pil, passa anche da uno shock competitivo del contesto in cui operano le aziende. Più competitività e più crescita per la Toscana sono i due obiettivi strategici da seguire anche per far ripartire l'occupazione, agendo su quattro leve: fiscalità – in primis quella sul lavoro -, semplificazioni, internazionalizzazione e credito».
 
La ricetta per la ripresa «Una fiscalità, anche regionale e locale, più leggera e attenta alla crescita; un'internazionalizzazione finalmente orientata alle esigenze e al sostegno delle imprese; semplificazioni reali e percepibili dalle aziende; un credito che non faccia mancare ossigeno alla ripresa. Ricordando che la prima misura anticiclica per rilanciare il lavoro è il taglio del cuneo fiscale. E non dimentichiamo – conclude Pacini – che lo sviluppo passa dal buon utilizzo della risorse della programmazione europea 2014-2020, una partita che Regione e imprese dovranno giocare insieme orientando priorità e risorse al sostegno della crescita manifatturiera»