Effettuare la rotazione della Costa Concordia ora, a settembre, senza aspettare la primavera, «è l'operazione a minor rischio». A due giorni dal probabile avvio dei lavori per rimuovere la nave naufragata nell'urto con uno scoglio al Giglio il 13 gennaio del 2012, provocando 32 morti e due dispersi, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli ha presentato una relazione tecnica alla commissione Ambiente della Camera e ha risposto alle molte domande dei parlamentari per chiarire dubbi e incognite.
Minori rischi con rotazione a settembre Uno dei punti di domanda riguarda proprio i tempi: perché raddrizzare ora la nave e poi lasciarla a svernare, per così dire, esponendola al moto ondoso, in attesa di spostarla a primavera? «Ci siamo posti il problema se raddrizzare la nave subito o per ora lasciarla dov'è – ha spiegato Gabrielli – Effettuare la rotazione della Concordia nel 2013 è l'operazione a minor rischio. Ci si è posti il problema se raddrizzare la nave o lasciarla dov'è. Gli ingegneri ci hanno dovuto dimostrare che sia preferibile raddrizzare la nave a settembre, esponendola al moto ondoso. E loro ci hanno messo nero su bianco che non solo sarebbe stato auspicabile il raddrizzamento, ma il non averlo fatto avrebbe pregiudicato la rimozione anche a primavera. La nave non può stare lì un terzo inverno: le strutture della nave avrebbero avuto l'aggravante di 6mila tonnellate dei cassoni" che saranno poggiati sopra durante i lavori di rimozione».
Massima attenzione all’ambiente Un altro tema “caldo” è quello ambientale. Gabrielli ha precisato che «abbiamo dato massima importanza alle problematiche ambientali. Non abbiamo lavorato a cuor leggero – ha detto Gabrielli – Noi abbiamo immaginato che non si dovesse procedere solo alla mitigazione degli sversamenti, ma anche abbassare la tossicità delle acque interne attraverso l'aspirazione delle acque interne, che vengono conferite in un luogo autorizzato per lo smaltimento dei reflui. Le acque asportate vengono sostituite da acqua marina e per questo il livello della tossicità si sta abbassando notevolmente. Quest'azione preventiva, nella prevedibile possibilità che si siano sversamenti, può attenuare l'impatto».
L’incognita porto finale Rispetto alla questione di quale porto ospiterà la Concordia «la partita è tutta aperta» ha detto il capo della Protezione Civile, ricordando però che su quest'aspetto la decisione non spetta alla Protezione civile, ma al governo e alla Regione Toscana. Rispetto all'ipotesi Piombino, Gabrielli ha sottolineato di aver «sempre detto che era chiarissimo che Piombino non era attrezzato per ricevere la nave» sia per la profondità inadeguata pari a «7-8 metri di dragaggio» sia per «le infrastrutture», tenuto conto che la nave andrà smantellata. Se Piombino non dovesse essere il porto di destinazione della Concordia, «la nave, una volta rimossa, sarà trasportata nella destinazione individuata tramite un Vanguard, un'apposita struttura che imbracherà la nave per portarla in sicurezza e in questo modo potrà essere trasportata in qualsiasi parte del mondo» ha poi spiegato Gabrielli. «Questo, però – ha aggiunto – implica che la nave quando verrà sollevata, produrrà lo sversamento di quanto contiene. E la Regione Toscana, dal suo punto di vista, è chiaro che porrà seriamente la questione».
Nessun costo per gli italiani «La rimozione della Concordia e tutte le operazioni successive non comporteranno alcun costo per il contribuente» ha sottolineato il Prefetto Gabrielli ribadendo che «i costi saranno sostenuti interamente dal privato», cioè Costa e le assicurazioni.