pokemon-go2Alla fine l’unica buona notizia viene da Pokemon Go.
Non per il gioco in se stesso, che non ho provato, ma mi sembra geniale e divertente. Ma per la pronta reazione con cui alcuni operatori commerciali e turistici di casa nostra hanno pensato di cavalcarne il successo – probabilmente destinato a durare ancora qualche settimana – attirando il pubblico con servizi e proposte collegate alla ricerca dei Pokemon e così arrotondare di qualche euro i propri incassi estivi. Segni di vitalità che fanno bene al cuore.
Sì, perché per il resto il panorama appare sempre più desolante.
Primo è stato l’Istat, che ha pensato bene di fornire dati sulle presenze turistiche nelle città toscane nel 2015. Dati peraltro parziali e soprattutto privi di ogni ponderazione statistica – e quindi inattendibili – che hanno però subito scatenato i trionfalismi di chi aveva aumentato il numero dei pernottamenti e le critiche verso chi aveva invece li aveva visti ridurre. Ancora una volta la polemica ha prevalso sul ragionamento: sarebbe l’ora che l’Istat smettesse di dare numeri senza senso (sia quelli in crescita, sia quelli in calo) e dedicasse al turismo statistiche serie come meriterebbe un settore che fornisce il 10% dei posti lavoro. Ma figuriamoci, fare una statistica seria costa tempo, lavoro e soldi, meglio sparare numeri a caso, tanto servono solo a fare polemica politica…
Poi è arrivato l’Enit. Il nuovo consiglio di amministrazione ha presentato il nuovo piano triennale di attività. Pur consapevole della difficoltà di governare un “mostro” del genere, mi aspettavo almeno un approccio tutto nuovo. Ed invece, niente da fare, sono andati subito a sbattere contro il vizio più vecchio possibile, quello di aprire subito nuove sedi all’estero e quindi continuare a buttare soldi in affitti, arredi, indennità e spese di rappresentanza…
Anche la nomina di Roberta Milano a direttrice digitale e innovazione di Enit – senza dubbio una scelta apprezzabile – rischia di essere inutile, se non le saranno dati contenuti e strumenti adeguati a fare il suo lavoro. Cosa che sinceramente considero probabile, perché quando non ci si vergogna a dire e scrivere nel comunicato stampa ufficiale che Enit «ha svolto 78 conferenze stampa all’estero e 55 interviste, redigendo un totale di 4485 comunicati stampa. I contatti con il pubblico hanno abbondantemente superato i cinque milioni, i seminari e i workshop sono stati 62, mentre le analisi di mercato sono state 87. Questi supporti redazionali hanno generato articoli e programmi per un valore complessivo di oltre 40 milioni €, andando a intercettare circa 350 milioni di persone. Le iniziative a costo zero (presentazioni, eventi, studi, ecc.) hanno superato il valore di 1 milione e 100 mila» vuol dire che siamo in pieno “ecosistema” non digitale, ma della panna montata…