Il sindaco di Siena Bruno Valentini è stato ascoltato ieri per oltre un'ora dai Pm titolari dell'inchiesta sul Monte dei Paschi. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, Valentini è stato convocato ieri mattina negli uffici della Procura di Siena per un colloquio con i Pm Aldo Natalini e Giuseppe Grossosulle sue recenti dichiarazioni riguardo eventuali contatti con operatori stranieri interessati a investire su Siena: potenziali investitori a cui lo stesso Valentini avrebbe proposto anche la possibilità di entrare nel capitale di Mps (leggi). Una dichiarazione, tra l’altro a Borsa aperta, che innescò le reazoni del presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini prima e del presidente della banca Alessandro Profumo poi. Entrambi smentirono di fatto l’esistenza di possibili soci stranieri alla porta.
Nessun legame con l’andamento del titolo Una dichiarazione che non è rimasta indifferente anche agli occhi dei Magistrati senesi che hanno voluto vedere chiaro su un’eventuale correlazione tra quanto detto dal sindaco Valentini e il saliscendi vertiginoso del titolo Mps a Piazza Affari. La Procura di Siena ha aperto un fascicolo conoscitivo 'modello 45', cioè senza notizie di reato nè indagati. Si è ben lontano, è bene precisare, da una possibile accusa di insider trading a carico del primo cittadino senese contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani. Si tratta dell’apertura di un atto relativo che, tra l’altro, potrebbe essere chiuso nel giro di brevissimo tempo e senza ascoltare nessun’altra persona. Non risulterebbero infatti legami tra le asserzioni su possibii nuovi soci stranieri e l’andamento del titolo Mps in Borsa.
Dichiarazioni avrebbero comunque un fondamento Ciò che invece sembrerebbe risultare è il fondamento di quelle dichiarazioni sulle quail il sindaco Valentini avrebbe tirato il freno, quanto perlomeno a ulteriori dettagli, fino a quando la Fondazione Mps non avrà un nuovo volto. Possibile dunque che i “misteriosi” possibili investitori stranieri potrebbero essere resi noti già nella prossima settimana dopo la fumata bianca ufficiale per il presidente e per la Deputazione Amministratrice di Palazzo Sansedoni. I grattacapi del sindaco di Siena in questo periodo non riguarderebbero tanto le casse del Monte dei Paschi quanto quelle del Comune alle prese nuovamente con difficili quadrature di bilancio. A tale proposito, al ritorno dalle vacanze, si propsettano Consigli comunali infuocati.
Profumo: «prenderemo quello che arriverà» Sul capitolo soci stranieri è intervenuto anche il presidente di Mps. In un’intervista che sarà pubblicata domani da Panorama Alessandro Profumo sottolinea come il Monte dei Paschi sia abbastanza grande da andare avanti sulle proprie gambe e, per tutelarne l'indipendenza, sarebbe meglio che i futuri nuovi soci non fossero di matrice bancaria, indipendentemente dalla nazionalità. «Ma prenderemo quello che arriverà» dichiara il presidente dell'istituto senese nell'intervista soffermandosi poi sulle inattese difficoltà che il piano per i Monti bond ha incontrato a Bruxelles, tanto da aver fatto vacillare il suo europeismo. Il presidente boccia il piano di chi, a Siena, punterebbe su un Monte più leggero con la vendita di sportelli fuori dalla regione, pur di mantenere il controllo sulle attività locali. Ricorda di essere stato il primo a volersi allontanare dai cosiddetti salotti buoni della finanza. Infine Profumo manda un messaggio chiaro alla sinistra italiana, alla quale è da sempre vicino: «Basta con questa cultura anti impresa, con questi pregiudizi ideologici. Negli anni Sessanta c'era maggiore larghezza di vedute. Da elettore di sinistra mi auguro che la sinistra torni a capire che l'impresa crea benessere, quindi non va avversata ma aiutata, entro le regole».
Inchiesta su Antonveneta, interrogatorio per 6 indagati entro metà settembre Intanto nuovi dettagli emergono sull’inchiesta Mps relativa al filone dell’acquisizione di Antonveneta. Sei delle nove persone fisiche a cui sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagine saranno interrogate dai Pm senesi entro la prima metà di settembre. Secondo quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta i 6 indagati avrebbero richiesto di essere ascoltati tramite i loro legali di fiducia entro il termine dei 20 giorni, ormai scaduti, previsti dal codice dopo le notifiche del 31 luglio. Tra i 6 indagati non ci sarebbero l’ex presidente di banca Mps Giuseppe Mussari e l’ex dg Antonio Vigni. Gli altri indagati sono gli ex manager Daniele Pirondini, Marco Morelli, Raffaele Giovanni Rizzi, Fabrizio Rossi e gli ex componenti del collegio sindacale Tommaso di Tanno, Pietro Fabrettie Leonardo Pizzichi. A loro i Pm contestano, a vario titolo, i reati di falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato e, solo per l’ex presidente Mussari, l’insider trading. Oltre alle 9 persone fisiche gli avvisi di conclusione indagini sono stati notificati a due persone giuridiche, Mps e Jp Morgan, in base alla legge 231 sulla responsabilità dell’impresa.