Preapertura della caccia in toscana un giorno, il 1 settembre, per la stagione venatoria 2013-2014 (al via dal 15 settembre), autorizzata anche quello allo storno in 69 comuni distribuiti tra le province di Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena e Livorno,sia in preapertura che tra il 15 settembre e il 15 dicembre. Lo ha deciso la Giunta della Toscana, approvando oggi quattro delibere in materia su proposta dell'assessore alla caccia Gianni Salvadori che ha rivolto anche un appello «alla cautela e al buonsenso» alle doppiette. I provvedimenti riguardano anche la mobilità dei cacciatori toscani e di quelli provenienti da altre regioni e gli accordi di reciprocità con Umbria e Lazio.
Specie cacciabili limitate e diverse per provincia Sull'apertura anticipata di sabato – caccia da appostamento consentita dalle 6 alle 19 – dalla Regione si rileva «che la recente sentenza della Corte Costituzionale non ha abrogato la legge regionale 20/2002 nella parte in cui regolamenta l'iter procedurale di autorizzazione della preapertura che quindi resta legittima ed in vigore». «Come ogni anno – spiega Salvadori – la Regione ha ricevuto richieste di apertura anticipata da parte dalle Province e dopo aver sentito le associazioni portatrici di interesse e valutato le condizioni ambientali della stagione ha deciso di autorizzare un solo giorno di preapertura con specie limitate ancorché differenziate nelle diverse province. Se lo scorso anno l'allarme per la siccità è stato tale da indurci ad escludere dalle specie cacciabili gli uccelli acquatici, fortunatamente negli ultimi mesi abbiamo avuto un buon tasso di precipitazioni. Quindi quest'anno, sempre con l'obiettivo di conciliare il rispetto dell'ambiente con le aspettative del mondo venatorio, resta la limitazione a una sola giornata di caccia, ma sono state rispettate le richieste delle Province per quanto riguarda le singole specie». Riguardo alla deroga per lo storno, Salvadori spiega che è «una risposta alle difficoltà dei territori che hanno denunciato danni alle colture agricole di pregio. E' un problema che assume contorni sempre più gravi ed è per questo che siamo convinti che la strada maestra sarebbe quella di reinserire lo storno fra le specie cacciabili».