Nessuna istigazione al suicidio da parte di chicchessia ma solo il gesto ''assolutamente volontario'' che trova spiegazione nella ''disastrosa condizione emotiva che viveva Rossi negli ultimi giorni antecedenti al suicidio''. Con queste motivazioni i pm Nicola Marini e Aldo Natalini hanno chiesto al gip del tribunale di Siena l'archiviazione dell'inchiesta sulla morte di David Rossi. Il fascicolo, con l'ipotesi di istigazione al suicidio, era stato aperto il giorno dopo la morte dell'ex capo area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, gettatosi dalla finestra del suo ufficio la sera del 6 marzo scorso, quando ormai era esplosa l'inchiesta sul Monte (leggi).
Inchiesta per fuga notizie Resta invece aperta l'altra inchiesta, a questa collegata, che i magistrati avevano aperto lo scorso 5 luglio, dopo la pubblicazione di alcune e-mail inviate da Rossi all'ad Fabrizio Viola. Il fascicolo, ora, avrebbe un'ipotesi di reato, e non sarebbe più ''per atti relativi''. In particolare, le ipotesi di reato sarebbero collegate alla pubblicazione delle e-mail e alle motivazioni per cui queste vennero diffuse. E almeno due persone sarebbero già state iscritte nel registro degli indagati.
La drammatica e-mail Nella richiesta di archiviazione i pm hanno ricostruito gli ultimi giorni di Rossi che, effettivamente, la mattina del 6 marzo inviò una e-mail, alle 10,13, all'ad chiedendo aiuto e annunciando le sue intenzioni: «stasera mi suicidio, sul serio. Aiutatemi!!!» (leggi). Viola, che in quei giorni era all'estero, non l'avrebbe ricevuta mentre invece ne avrebbe viste altre con toni meno allarmanti e più distesi sempre inviate da Rossi. Secondo i pm è da escludere l'ipotesi che a spingere Rossi al suicidio possa essere stata l'idea che qualcuno, all'interno della banca, lo accusasse di aver diffuso, la sera del 28 febbraio, al termine del Cda della Banca, la notizia dell'azione risarcitoria nei confronti di Nomura e di Deutsche Bank e quella di responsabilità nei confronti degli ex vertici. Per questo episodio è poi stato aperto un altro fascicolo che vede indagato l'ex consigliere del Monte, Michele Briamonte per insider trading.
Paura di essere coinvolto Rossi era stato perquisito nell'ambito dell'inchiesta su Mps il 19 febbraio scorso, ma non era indagato. Secondo quanto ricostruito, però, avrebbe avuto, e manifestato, paura che i pm, anche per la sua datata amicizia con l'ex presidente Giuseppe Mussari, lo potessero coinvolgere direttamente nell'inchiesta.