Unica toscana in classifica

«Ogni borsa falsa nasconde una sofferenza. Rifiuta la sofferenza, rifiuta i falsi». Sarà questo lo slogan che accompagnerà la campagna affissioni, lanciata dal Comune di Forte dei Marmi, per invitare per invitare turisti, villeggianti e residenti a non comprare borse false. Manifesti che saranno affissi in strada e negli stabilimenti balneari con le scritte tradotte in inglese e in russo e l’immagine scioccante di un bambino che lavora chino alla macchina da cucire.

La campagna Informazione e lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, questi gli obiettivi della campagna che vuole «scuotere la coscienza di chi, quotidianamente, acquista merce contraffatta sul nostro litorale», ha spiegato il sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti, raggiunto dall’Ansa. Il primo cittadino ha poi aggiunto: «Con questa campagna noi ci rivolgiamo principalmente a chi compra. Non è la prima del genere. Ha carattere informativo, specie per gli stranieri, che poi si stupiscono quando vengono multati perché hanno comprato un falso come prevede la legge italiana. E poi vogliamo far riflettere su cosa ci può stare dietro a una borsa falsa».

Lo scopo Chissà adesso se anche questa campagna scatenerà la stessa ondata di reazioni e di polemiche già viste quando, non più tardi di qualche giorno fa, il Comune di Forte dei Marmi aveva recintato il suo pontile più famoso per impedire agli ambulanti di stazionare sotto la sua ombra. «L'immagine del bambino chino sulla macchina da cucire è oggettivamente impattante dal punto di vista emotivo – aggiunge il primo cittadino -. Se riuscirà nell'intento di diminuire la domanda, avrà raggiunto il suo scopo e insieme ai controlli che vengono effettuati quotidianamente sul territorio, potrà dare un concreto contributo alla lotta contro la contraffazione. Il rispetto delle regole deve valere per tutti e chi acquista merce contraffatta deve sapere, non solo che commette un reato, ma che contribuisce anche a far prosperare lo sfruttamento dei bambini».

Capitolo venditori ambulanti Inevitabilmente però, il pensiero va a quei venditori ambulanti, quasi totalmente extracomunitari di origine africana, che già una settimana fa erano finiti sotto la lente di ingrandimento perché protagonisti – a detta del Comune – di veri e propri “baccanali” all’ombra di quel pontile, poi recintato. Quest’ulteriore campagna affissioni sembra, in qualche modo, colpire nuovamente loro. Anche se non in maniera diretta. In questo contesto però, il Comune dichiara di puntare ad altro: attraverso dei grossi totem posizionati al centro paese sulla forma di «un dito puntato», si cercherà di colpire il «cuore di coloro che per soddisfare la voglia di vanità, zittiscono la voce della propria coscienza», viene spiegato dal Comune.