«E’ ora di dire basta con la conta dei danni e cominciare seriamente a lavorare per la prevenzione di simili disastri». Così Monica Coletta, presidente della Federazione toscana dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali commentando frane, smottamenti e allagamenti che in queste ore stanno interessando tutta la regione con particolare intensità nelle zone di Massa, Grosseto e Siena. «Il maltempo di questi giorni dimostra come sia diventato indispensabile quello che come professionisti dell’ambiente chiediamo da anni – spiega il presidente Coletta -. C’è bisogno di un’attenta progettazione di opere di sistemazione idraulica e il potenziamento dell’attività di bonifica dei terreni anche con l’aiuto dei privati, è indispensabile reperire le risorse prima, e monitorare costantemente lo stato di salute del territorio. In Italia purtroppo le politiche di prevenzione stentano a decollare e la natura, quando colpisce, fa pagare alla collettività con interessi pesanti, le mancate scelte programmatiche. Come nell’edilizia, senza una costante manutenzione idraulico agraria e idraulico forestale, le sistemazioni ed il  territorio si degradano con costi che oltre che economici sono sociali, ambientali, culturali. Ad esempio per una manutenzione periodica della rete scolante e della vegetazione ripariale i costi sono di 850 euro a ettaro, mentre per una manutenzione straordinaria i costi sono notevolmente maggiori, 7-9mila euro a ettaro con un rischio di peggioramento della qualità ambientale e paesaggistica. Dopo l’emergenza scattata in seguito all’alluvione dello scorso anno si sono spenti i riflettori sulla sicurezza del territorio, una materia su cui c’è da fare ancora molto per una corretta gestione delle aree agricole coltivate, di progettazione, direzione e collaudo delle opere di sistemazione idraulica, di contrasto all’abbandono delle aree rurali, dove i solchi del degrado, innescano forme di dissesto di gravità crescente che collassano in occasione di eventi meteorologici eccezionali. Proprio quello che stiamo vedendo in queste ore – conclude il presidente Coletta -. E il passato sembra non averci insegnato davvero nulla».