L’emendamento alla Spending Review proposto dal Comune di San Gimignano è stato presentato in Commissione Bilancio al Senato grazie alla sensibilità di diversi senatori di vari gruppi politici che ne hanno sposato la tesi di fondo. Prosegue la “battaglia” dell’amministrazione comunale contro i tagli al personale pubblico previsti dalla norma del Governo Monti. «Un primo passo importante – ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi – in una rivendicazione che va nell’interesse di questa e di tutte le amministrazioni contro quei tagli lineari e scriteriati che minano alle fondamenta l’operatività di un ente pubblico e, al contempo, gli interessi dei cittadini. Un ringraziamento in primis a tutti quei senatori che hanno firmato l’emendamento. Un segnale forte deriva proprio dal fatto che lo stesso emendamento abbia ottenuto il parere favorevole dalle diverse forze politiche a dimostrazione della puntualità e della concretezza delle nostre rimostranze». L’emendamento che sarà discusso al Senato propone infatti che i tagli al personale negli enti pubblici non prendano in esame il semplice rapporto dipendenti/cittadini individuando nella proporzione di 1 a 144 il criterio da seguire, quanto anche tutte quelle prerogative che sono state prese in esame per stilare la lista dei 143 Comuni Virtuosi d’Italia all’interno della quale rientra anche San Gimignano e tutti quegli elementi che identificano delle situazioni specifiche. «L’augurio è adesso che questo emendamento a costo zero per lo Stato – ha aggiunto il sindaco Bassi – venga approvato in Senato con il consenso del Governo. Se questo non dovesse accadere, come già ribadito, siamo pronti come amministrazione comunale a intraprendere forti azioni di protesta. Questa amministrazione riconosciuta virtuosa soltanto un mese fa non manderà a casa 35 dipendenti a costo di far cadere tutta la macchina comunale. I Dipendenti li paga il Sindaco non Monti – ha concluso il primo cittadino di San Gimignano –, nel senso che si pagano con i soldi del Bilancio Comunale, non con i soldi dello Stato: se un Comune ha le risorse per pagarli, perché li dovrebbe licenziare?».