A sostegno dei diritti fondamentali dell’uomo all’interno degli istituti di reclusione, sia per i detenuti sia per gli agenti di sicurezza. L’amministrazione comunale di San Gimignano si batte per il rispetto dei principi di vivibilità all’interno del carcere di Ranza afflitto ormai da anni da gravi problemi di sovraffollamento dei detenuti e carenza di organico di sorveglianza. Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno presentato dalla maggioranza ed una delibera che prevede l’istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e, al contempo, la richiesta al Governo del rispetto degli impegni assunti per ripristinare le necessarie adeguate dotazioni d’organico della polizia penitenziaria e attivare gli interventi urgenti di carattere strutturale, a partire dall’emergenza idrica. «Prosegue il nostro impegno per la risoluzione di un problema che si trascina ormai da anni con ripercussioni gravi sulla sicurezza dei detenuti, degli agenti e anche di tutto il territorio circostante all’istituto di reclusione – ha sottolineato il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi -. Due provvedimenti che vanno in questa direzione e si inseriscono a pieno titolo in un impegno preso nella volontà comune di guardare alla dignità dell’uomo come un valore che va ben oltre i confini di una cella di detenzione. Un impegno condiviso fin da subito con l’Onorevole Susanna Cenni e con l’attuale Governo dopo il decreto legge “Svuotacarceri”. Un obiettivo riconosciuto in occasione dell’ultimo consiglio comunale anche dall’ex magistrato di sorveglianza e attuale garante regionale dei detenuti Alessandro Margara intervenuto nella seduta consiliare». All’interno della struttura di Ranza si trovano infatti 410 detenuti di cui oltre 100 in regime di alta sicurezza a fronte di una capienza “tollerabile” indicata dal Dap (Dipartimento della Polizia Penitenziaria) di 217 posti. A questo si aggiunge la mancanza cronica di organico della polizia penitenziaria di circa il 40% dal momento che sono operative circa 130 unità a fronte delle 233 previste da apposito decreto ministeriale del 2001. Il garante dei detenuti La nuova figura sarà nominata dal sindaco scegliendo tra persone di indiscusso prestigio o comprovata professionalità nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani o delle attività sociali negli istituti di prevenzione e pena e nei centri di servizio sociale so in altri enti o organismi similari. Il Garante rimane in carica per cinque anni e l’incarico è rinnovabile non più di una volta. Tra i compiti ci sono quelli di promozione, con contestuali funzioni d’osservazione e vigilanza indiretta, dell’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali; la promozione di iniziative e momenti di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani e dell’umanizzazione della pena detentiva; la segnalazione del mancato o inadeguato rispetto dei diritti dei detenuti. A difesa degli agenti penitenziari Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che richiede al Governo il rispetto degli impegni assunti per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria e le condizioni di detenzione delle persone recluse, ripristinando le necessarie adeguate dotazioni d’organico, ed attivando gli interventi urgenti di carattere strutturale, a partire dall’emergenza idrica. Il documento approvato impegna il sindaco e la Giunta a trasmettere lo stesso ordine del giorno alla Presidenza del Consiglio ed al Ministero della Giustizia per l’ottemperanza degli impegni assunti in materia