Al termine della seconda giornata di udienza il processo al comandante Francesco Schettino è stato chiuso per riprendere, dopo la pausa estiva per poi riprendere il 23 settembre. Le nuove date sono: il 24, 26 e 27 settembre; 7, 8, 28 e 29 ottobre; 11, 12, 18, 19, 25 e 26 novembre; 9, 10, 16 e 17 dicembre. Le cinque udienze di settembre saranno dedicate interamente all'escussione dei periti in merito alle nuove perizie richieste dalla difesa di Schettino.
LA GIORNATA
«Sono rammaricato di aver letto su alcuni giornali, stamani, che ieri in aula sarei stato impassibile alla lettura delle accuse. In realtà la mia era compostezza e rispetto, e trovo inopportuno che si sia pensato di interpretare cosa sia passato nella mia testa. Sono state emozioni personali che vorrei tenere per me. Non conta quello che provavo ieri in quel momento. Conta accertare le responsabilità dell'incidente al Giglio''. Lo ha detto il comandante Francesco Schettino prima di entrare al Teatro Moderno di Grosseto dove si è svolta la seconda giornata del processo sul naufragio della Concordia (leggi). I capi d’imputazione per Schettino sono omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo, abbandono di nave e di persone incapaci a bordo. L'udienza è iniziata intorno alle 11.30. Anche oggi in aula c'era la moldava Domnica Cemortan coi suoi Avvocati.
Schettino: «Qualcuno in plancia ebbe paura» In una pausa del processo Schettino ha anticipato alcuni punti della sua difesa. «Bisognerebbe capire cosa è successo al timone – ha detto -: io ho impartito ordini precisi e chiari, che sono agli atti, ma qualcuno forse ebbe paura. Il timoniere li ha recepiti, li ha anche ripetuti ad alta voce poi, però, ho sentito come un colpo e la nave è andata in altra direzione.Sul ponte non ero solo – aggiunge – i miei ufficiali erano in grado di gestire autonomamente la situazione che era di ordinaria amministrazione. Si trattava di un passaggio non di un “inchino”, ma qualcuno ebbe paura, probabilmente per inesperienza». Schettino non fa nomi, e aggiunge: «La manovra per correggere la rotta che ordinai correttamente, come risulta dalla perizia, non riuscì. Perciò sbattemmo contro gli scogli del Giglio. Se la manovra fosse stata eseguita in base alle mie indicazioni, avremmo evitato gli scogli. Il timoniere capì gli ordini, ma qualcun altro dei miei ufficiali in plancia, no. Ora io sono l'unico ad essere qui, mentre gli altri patteggiano». In merito alla dinamica Schettino ha precisato: «Mi accorsi della schiuma in mare – conclude Sschettino – e feci derapare la nave, evitando che finisse dritta contro gli scogli».
Il Procuratore Verusio: «Schettino si è fatto film tutto suo» «Schettino non si rende conto di quello che ha combinato. Probabilmente si è fatto un film tutto suo». Lo ha detto stamani il Procuratore di Grosseto Francesco Verusio prima di entrare in udienza al processo sulla Costa Concordia commentando la richiesta di patteggiamento reiterata da Francesco Schettino. Verusio ha detto che «Schettino rischia una pena molto più alta» dei tre anni e cinque mesi proposta al tribunale dai suoi difensori.
Tribunale respinge richiesta sequestro conservativo Costa Il Tribunale di Grosseto ha respinto la richiesta della parti civili di sequestro conservativo dei beni della Costa Crociere. Il collegio non ha ravvisato il pericolo "in mora" tenuto conto della consistenza patrimoniale della compagnia e del rifiuto da parte di alcune parti lese del ristoro dei danni.
Ammesse nuove prove Il collegio del tribunale di Grosseto ha ammesso nuove prove della Procura al processo: tra queste i video di bordo registrati dalle telecamere di sorveglianza del servizio di security. Le immagini, da tempo sotto sequestro, mostrano con ulteriore dettaglio, rispetto ai materiali audiovideo già esaminati nell'incidente probatorio dell'ottobre 2012, le fasi del naufragio, il soccorso ai passeggeri, il panico a bordo e le operazioni svolte nell'emergenza. Il collegio ha ammesso le nuove prove con un'ordinanza letta stamani in aula.