«C’è chi dice no», cantava Vasco Rossi. E anche a Siena, con la presentazione del drappellone che andrà alla contrada vincente sul Campo il prossimo 2 luglio, a fronte dei tanti applausi riscossi dall’opera di Claudia Nerozzi (leggi), ci sono anche delle voci fuori dal coro che criticano – e in maniera decisamente forte – il drappellone stesso. «Orribile»: lo ha definito così sul suo profilo Facebook Alessandro Bellucci, grafico al giorno d’oggi ma ex artista negli anni ’80. «La mia non vuole essere una polemica nei confronti dell’artista – aggiunge ad agenziaimpress.it lo stesso Bellucci -. Semmai ne faccio una questione di criteri di scelta e di competenza di chi, quelle scelte, le deve poi operare».
 
La crtitica «Mi sembra un drappellone molto, forse troppo, semplice. Quasi infantile. Non c’è dietro alcun messaggio – prosegue nella sua critica Allessandro Bellucci -. Ovviamente la Nerozzi ha "licenza artistica" e può fare quello che vuole. La mia presa di posizione non è contro di lei. Però, per quella che è la mia esperienza e anche la mia professione, non avrei scelto un drappellone simile fossi stato io a giudicare». Quello che sorprende il grafico – e che lui stesso ha postato su Facebook – è che, nella commissione giudicante che sceglie il cosiddetto “cencio”, ci sono poche persone che hanno competenza artistica. «Io sono senese, amo il Palio, ma cerco di guardare il tutto da una prospettiva esterna, quasi aliena – conclude Bellucci -. Occorrerebbe magari avere una giuria più allargata in tal senso, che abbracci una comunità accademica più vasta. In chiave futura, credo sia opportuno fare delle scelte che mirino a presentare nel Cortile del Podestà un drappellone decisamente più carico di idee e di valori artistici».

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