Altri tre procedimenti sanzionatori nei confronti di ex esponenti di Mps da parte della Banca d’Italia oltre a quelli già comunicati (con sanzioni per circa 5 milioni di euro). Lo comunica Palazzo Koch, in un documento pubblicato oggi sul sito Internet (scarica). «Sono in corso nei confronti degli ex esponenti di MPS – si legge nel documento – altri tre procedimenti sanzionatori concernenti la violazione delle disposizioni in materia di politiche di remunerazione, errate segnalazioni su titoli di Stato in portafoglio e pregresse disfunzioni in materia di trasparenza e antiriciclaggio». La Banca d'Italia ricorda anche che a partire dalla fine del 2011 è stata «informata dalla Procura di Siena delle indagini in corso ed è in costante contatto con i magistrati inquirenti ai quali è stata fornita ogni collaborazione e documentazione, coordinandosi anche con la Consob e la Guardia di Finanza. L'azione di accertamento dell'effettiva natura delle operazioni del MPS si è quindi basata anche sugli sviluppi delle indagini penali che hanno messo in luce fatti non altrimenti riscontrabili». Nel documento la Banca d'Italia ricorda tutte le azioni di controllo svolte nei confronti di Rocca Salimbeni, assicurando che l'attività di vigilanza è stata «continua e di intensità crescente»
 
Collaborazione con la magistratura Sul caso Mps è intervenuto anche il Governatore Ignazio Visco nel suo discorso all'Assemblea annuale di Bankitalia: «Collaboriamo strettamente con la Magistratura, con reciproco vantaggio per il conseguimento dei rispettivi fini istituzionali: la tutela della stabilità, la repressione delle attività illecite». Il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena «ha obiettivi ambiziosi – ha sottolineato poi Visco -; il suo successo dipenderà anche dall'evoluzione del contesto economico e finanziario del Paese. Lo Stato italiano ha concesso un finanziamento a condizioni onerose per la banca».
 
Nel nome della discontinuità Dal documento pubblicato oggi sul sito si comprende come sia stato proprio Via Nazionale, nel novembre del 2011, dopo i risultati delle ispezioni, a chiedere ed ottenere la rimozione dei vertici della banca. «Data la difficile situazione emersa a seguito della nuova ispezione – si legge nel documento -, il 15 novembre 2011 il Direttorio della Banca d’Italia convoca a Roma i massimi vertici di MPS e della Fondazione al fine di metterli di fronte alle proprie responsabilità e richiede a MPS una rapida, netta discontinuità nella conduzione aziendale». Esattamente quella discontinuità che è stata, proprio in quel periodo, il marchio di fabbrica di un’accesa dialettica politica che invocava il ricambio ai vertici di Rocca Salimbeni. 
 
Collaborazione con i nuovi vertici La Vigilanza di Bankitalia è «in una serrata interazione con il nuovo management aziendale, impegnato nell'attuazione di un ampio piano di ristrutturazione volto a innalzare il grado di efficienza e a ripristinare adeguati livelli di redditività». Si legge ancora nell'aggiornamento degli interventi di Palazzo Koch su Mps, che ha escluso dal patrimonio di vigilanza titoli Fresh per 76 milioni di euro, a seguito del riscontro di nuove irregolarità nell'operazioni di capitalizzazione con questi strumenti.
 
Quella buona uscita onerosa per Vigni Nel documento pubblicato oggi e nell’elenco degli interventi di vigilanza, molteplici sono gli spunti interessanti che legano gli stessi interventi con l’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. Si va dall’acquisizione di Antonveneta ai “celebri” derivati spazzatura passando anche da alcune curiosità. Una su tutte che tocca l’allora Direttore Generale di banca Mps Antonio Vigni e la sua lauta buona uscita. «Al momento della risoluzione del rapporto al dr. Vigni – si legge – viene riconosciuto un compenso di circa 4 mln. Nel luglio 2012 la Banca d’Italia, ritenendo che tale compenso non sia giustificato dalle circostanze, avvia approfondimenti specifici successivamente sfociati in una formale lettera di intervento e in una procedura sanzionatoria nei confronti degli organi di amministrazione e controllo dell’epoca, responsabili della decisione»
 
Il Codacons vs Bankitalia Sull’attività di vigilanza di Bankitalia sul Monte dei Paschi torna proprio oggi a tuonare il Codacons per bocca del suo presidente Carlo Rienzi che in una nota scrive: «E' vero esattamente il contrario: sulla vicenda Mps la Banca d'Italia ha omesso di svolgere adeguatamente la propria attività di controllo, contribuendo alla grave situazione determinatasi in capo all'istituto senese. Basti pensare che gli stessi vertici di Bankitalia hanno affermato di recente di essere stati ingannati da Mps. Se l'istituto di via Nazionale avesse vigilato in maniera corretta e approfondita, non si sarebbe arrivati allo scandalo Mps, e ai cittadini sarebbe stato evitato il prestito da 4 miliardi di euro autorizzato dall'ente».