Se a livello nazionale le vendite non vanno bene, anche in Toscana la crisi colpisce il commercio. Lo rende noto Confcommercio Toscana che ricorda come a livello nazionale l'indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del 3,0%, sintesi di un aumento del 2% delle vendite di prodotti alimentari e di un calo del 6,1% di quelle di prodotti non alimentari. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di marzo 2012, un aumento per la grande distribuzione (+1,3%) e un calo rilevante per le imprese operanti su piccole superfici (-6,6%).
Acquisti rimandati «Dobbiamo purtroppo confermare il dato a livello regionale – spiega Andrea Nardin, direttore di Confcommercio Toscana-: le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e rimandano l'acquisto di abbigliamento, calzature, articoli in cuoio e da viaggio. Anche i prodotti di profumeria e quelli in genere per la cura della persona, o i prodotti di informatica e telefonia, che al sopraggiungere della crisi avevano comunque continuato ad attirare un buon numero di persone, vengono ora ridotti al minimo necessario. La riduzione degli acquisti, insieme ad una tassazione eccessiva – aggiunge Nardin – stanno mettendo a dura prova il mondo del piccolo commercio che rappresentiamo. Molte famiglie sono già sul lastrico. Conforta che il Governo stia lavorando almeno per disinnescare la bomba a orologeria dell'aumento Iva del primo luglio. Il rincaro andrebbe a colpire beni di largo consumo come l'abbigliamento, gli elettrodomestici e le auto, un mercato già fortemente provato dalla crisi».
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