«Porre all'attenzione del Ministero per la PA una serie di questioni concernenti la delicatissima tematica dell'ordinamento del personale alle dipendenze degli Enti locali e del sistema di contenimento delle spese di personale». Questa la ragione che ha portato il presidente reggente dell'Anci, Alessandro Cattaneo, e il delegato alle politiche del personale dell'associazione, Umberto Di Primio, a scrivere al ministro Giampiero D'Alia.

Situazione incongruente «Negli ultimi anni – scrivono gli esponenti Anci – l'intervento del legislatore in tali ambiti è stato ripetitivo e a volte convulso, tanto da disegnare un quadro spesso poco chiaro, caratterizzato da sovrapposizioni e incongruenze. Quanto al tema del contenimento delle spese di personale, i Comuni sono destinatari di interventi normativi molto puntuali e restrittivi; i vincoli con i quali sono costretti a fare i conti, relativi alle assunzioni a tempo indeterminato, all'incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente, al trattamento economico dei dipendenti, alla spesa per lavoro flessibile, sono, inoltre, aggiuntivi rispetto all'obbligo di rispettare il Patto di stabilità e molto spesso sono tra loro contraddittori».

Limiti penalizzanti «La situazione inoltre – segnalano Cattaneo e Di Primio – si e' ulteriormente aggravata dal 1 gennaio 2013, quando anche i piccoli Comuni sono stati sottoposti al rispetto del Patto di stabilità e dunque sono stati assoggettati a limiti ancora più penalizzanti sulle assunzioni a tempo indeterminato. In questo quadro dunque confuso e molto complesso si e' determinata negli Enti una oggettiva difficoltà ad attuare politiche efficienti di gestione del personale e si avverte la forte l'esigenza di una revisione complessiva del sistema di regole che governano il contenimento delle spese di personale nelle amministrazioni locali: occorrono poche regole – concludono – rigorose ma coerenti e di ampio respiro, che restituiscano i giusti margini di autonomia ai Comuni»