Attacchi nucleari, chimici, radiologici, batteriologici, di origine incidentale o frutto di qualche atto criminale: la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e all’Università Tor Vergata di Roma, dà inizio al progetto pilota che pone l’Italia all’avanguardia in ambito europeo e che, grazie alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la vede capofila del piano di studio per definire forme e modalità di una risposta pronta, efficiente e integrata qualora sia necessario fronteggiare un’emergenza del genere. Il progetto “Cbrn” (acronimo che sta a significare “Risposta Integrata alle emergenze Chimiche, Batteriologiche, Radiologiche e Nucleari”) è coordinato da Andrea de Guttry, docente di Diritto Internazionale alla Scuola Superiore Sant’Anna, ed è finanziato dalla Commissione Europea, in particolare dalla Direzione per gli Affari Interni, con una durata di due anni. I risultati saranno condivisi e trasferiti agli altri paesi membri dell’Unione Europea, che li utilizzeranno per sviluppare un approccio comune e condiviso in area Ue per rispondere a incidenti di questa natura.
Il programma L’inizio ufficiale del progetto è fissato con il doppio meeting in programma per giovedì 16 e per venerdì 17 maggio a Pisa, il primo giorno presso il Comando dei Vigili del Fuoco e il secondo alla Scuola Superiore Sant’Anna. Insieme al coordinatore Andrea de Guttry alla “due giorni” saranno presenti il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente, rappresentanti di partner come il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, la Scuola Interforze per la Difesa, il Dipartimento della Protezione Civile, “Crati” (Consorzio per la Ricerca e le Applicazioni di Tecnologie Innovative). Durante i meeting saranno definite le attività di sviluppo del progetto e la relativa tabella di marcia, oltre alle modalità di funzionamento degli organi direttivi e di indirizzo. Numerosi sono i soggetti coinvolti in “Cbrn” perché il coordinamento operativo di Vigili del fuoco, di forze dell’ordine, di forze armate, di Protezione civile, in sinergia con le forze di Primo soccorso, con gli operatori sanitari e con la popolazione costituiscono il punto di forza per rendere la più efficace possibile la risposta a questi eventi, soprattutto per portare in salvo vite umane e per contenere i danni, soprattutto quelli materiali.
I commenti «Il progetto – spiega il coordinatore Andrea de Guttry – si propone di studiare le interazioni tra i diversi attori nel contesto italiano qualora si verifichi un attacco nucleare, chimico, radiologico o batteriologico, per di verificare quali siano le maggiori criticità, i punti di forza e quelli di debolezza, per elaborare autentici manuali di procedura». «La capacità di rispondere in modo tempestivo ed efficace a eventi del genere non dipende soltanto dall’uso di sistemi e tecnologie sofisticate – aggiunge Barbara Nicoletti, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna fra gli artefici – ma anche dalle modalità con cui gli attori coinvolti nella gestione di incidenti o attacchi di questa natura coordinano i propri interventi. L’unione, più che mai, può fare la differenza».