Ai fiorentini piace l’idea di costituire un comune unico, una città grande, da 650.000 abitanti. L’ipotesi dell'unione amministrativa tra Firenze e Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Fiesole, Impruneta, Signa, Lastra a Signa, Pontassieve, Scandicci e Sesto Fiorentino è accolta con totale favore dal 29.6% degli intervistati e giudicata abbastanza favorevolmente dal 33.8%. All’opposto, gli ostili sono l’11.2% e i poco favorevoli il 9.2%. L’11.5% afferma che la sua valutazione dipenderà dal modo come l’aggregazione verrà realizzata. Infine, il 2.1% è del tutto indifferente e non interessato alla questione, col restante 2.5% che non ha capito di che si tratta. Insomma, i fautori (63.4%) battono i contrari (20.5%) per più di tre a uno.E’ quanto emerso dal convegno “Grande Firenze Grande”, organizzato a Palazzo Medici Riccardi sabato scorso.
Semplificazione e efficienza Per il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci «La fusione degli undici comuni del dell’hinterland fiorentino diventa un tema di portata regionale, sul quale va avviato un confronto proprio con l’obiettivo di studiare un nuovo governo del territorio. Il risultato dei referendum che si sono svolti il 21 e 22 aprile, che nella nostra provincia hanno portato alla fusione tra Figline e Incisa Valdarno (leggi) , dimostrano che ormai sono superate le vecchie questioni di campanile che finora frenavano i processi di aggregazioni tra comuni. I cittadini sono sempre più desiderosi di una macchina amministrativa più semplice e più efficiente».
Una realtà sotto gli occhi di tutti Secondo Enrico Amante, presidente della sezione toscana dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, «la Grande Firenze intesa come unica conurbazione comprendente Firenze e i comuni della cintura fiorentina, accomunati da una identità sociale, economica e culturale, esiste già. La scommessa quindi non è creare la grande Firenze ma individuare i migliori livelli istituzionali per governare una realtà che è già sotto gli occhi di tutti. Occorre andare oltre la frammentazione dei confini comunali, ormai del tutto arbitrari. La scommessa di oggi è di passare dalla città diffusa alla città di città». Un invito che sembra essere stato raccolto da Fabio Battaglia, presidente di Confprofessioni Toscana, secondo il quale «un tema come questo merita non solo il lavoro delle istituzioni e dei partiti, ma anche l’impegno dei cittadini di buona volontà, magari attraverso la nascita di un’associazione».
Unione culturale Proprio gli aspetti culturali legati alla “Firenze Grande” sono stati affrontati da Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale di Firenze: «Le opere d'arte diffuse nei luoghi del territorio della “grande Firenze”, dal Duecento all'Ottocento, non di rado raggiungono l'altezza dei capolavori esposti negli Uffizi: e proprio grazie al programma “la città degli Uffizi”, mostre promosse da questa importante galleria, toccano vari centri della provincia, consolidando antichi e naturali legami e creandone di nuovi». Per Alessandra Marino, Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Prato e Pistoia «le motivazioni forti per proseguire su una strada di cooperazione e di integrazione tra Firenze e la sua cintura vanno ricercate prevalentemente sul piano della razionalizzazione delle risorse. Si tratta cioè di una scelta prevalentemente politico-gestionale».