Si scalda il clima ma piove sul bagnato alla vigilia dell’assemblea degli azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena convocata per lunedì 29 aprile e che vedrà all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio consuntivo 2012 in rosso per 3,1 miliardi di euro (leggi), oltre alle azioni di responsabilità nei confronti dell’ex management (leggi). A scaldare la vigilia soprattutto il Codacons che annuncia una conferenza stampa per domenica 28 aprile dove si dovrebbe assistere alla richiesta ufficiale di non approvazione del consuntivo. Sullo sfondo anche gli intrecci giudiziari che devono risolvere il difficile caso dei sequestri richiesti dai Pm e sui quali il Gip è chiamato a pronunciarsi entro domani sulla convalida. L’attenzione è ovviamente concentrata su quei 1,8 miliardi di euro di Nomura per cui il percorso tortuoso delle indagini si intreccia con i regolamenti internazionali e con i ruoli di alcuni istituti del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Il tutto mentre l’Amministratore Delegato Fabrizio Viola strizza l’occhio allo Stato per un’entrata in Rocca Salimbeni e annuncia la possibilità di una ricapitalizzazione per il prossimo anno.  
 
No all’approvazione del bilancio Alcuni azionisti di Mps avanzeranno una «clamorosa richiesta» nel corso dell'assemblea del 29 aprile: «non approvare il bilancio 2012 della banca». Lo afferma in una nota il Codacons che ha annunciato per domenica 28 aprile alle ore 15 a Siena (presso il Campo Regio Relais, Via della Sapienza, 25) una conferenza stampa sull'argomento. «Alla base di tale iniziativa, che verrà presentata domenica in anteprima alla stampa – si legge nel comunicato del Codacons – numerose irregolarità emerse, che renderebbero non solo inapprovabile il bilancio, ma potrebbero portare la magistratura ad aprire ulteriori fronti di indagine». Nel corso dell'incontro con i giornalisti, il presidente Codacons Carlo Rienzi e il consulente dell'associazione, ingegner Giuseppe Bivona, illustreranno «i tanti profili di illegittimità contenuti in alcuni documenti allegati al bilancio Mps, e una nuova denuncia a Consob, Bankitalia e Procure della Repubblica di Siena e Roma in cui si chiede di procedere per false comunicazioni sociali».
 
No al sequestro di asset Nomura «Nessun asset di Nomura è stato posto sotto sequestro». Lo ha precisato il direttore finanziario di Nomura Holdings, Shigesuke Kashiwagi, giudicando «infondati» i provvedimenti disposti dai magistrati che indagano sul caso Mps con i quali assicura comunque di voler «avere discussioni costruttive». In una lunga dichiarazione diffusa dalla banca giapponese, il Cfo ricorda che: «Nel 2009 Nomura International è entrata in una serie di transazioni con Mps per ristrutturare precedenti transazioni su derivati tra Mps ed un altra banca. Questa ristrutturazione è stata disegnata per cambiare il profilo di rischio economico di Mps rispetto alla precedente transazione. Nell'ambito della ristrutturazione, Nomura ed Mps hanno ciuso un accordo finanziario derivati di 30 anni con un largo ammontare di titoli di Stato italiani come collaterale. Nell'ambito di questo tipo di transazioni, ciascuna parte di solito deve fornire collaterale in base all'ammontare e alla durata dell'accordo. Nomura – prosegue – ritiene che il collaterale apportato in questo caso sia commisurato con l'ammontare e la durata dell'accordo. Analogamente ad altre transazioni, quelle con Mps sono gestite rilevando la posizione sul mercato quotidianamente e attualmente siamo in una situazione in cui il collaterale è sufficiente».
 
Sì al confronto coi magistrati Nomura, conclude, «prende questa situazione molto seriamente e continuerà ad adottare tutte le azioni più appropriate per proteggere i suoi stakeholders e tenterà di avere discussioni costruttive con i magistrati italiani per risolvere la situazione. Sfortunatamente questa è una procedura legale in corso e quindi non siamo in grado di fornire ulteriori commenti sul tema».
 
Sì allo Stato socio, no alla nazionalizzazione Aumento di capitale nel 2014 e prima via il tetto del 4% al diritto di voto. Lo spiega al Sole 24 Ore l'amministratore delegato di Montepaschi Fabrizio Viola che si augura che Bruxelles possa «dare l'ok entro l'estate» alla revisione del piano industriale. Banca Mps, afferma, sta lavorando per evitare la nazionalizzazione: «Gli strumenti previsti dal piano industriale per raggiungere il traguardo sono il ritorno alla redditività, fare cassa con le cessioni e varare l'aumento di capitale da un miliardo senza diritto d'opzione, già approvato e delegato al consiglio d'amministrazione». La partita «è aperta», aggiunge, e comunque non si parlerebbe di nazionalizzazione: «una cosa è avere lo Stato come socio di minoranza, altro discorso ipotizzare che la maggioranza diventi pubblica: uno scenario, quest'ultimo, certamente possibile, che però la banca è impegnata a evitare». Nel 2014 dunque «ci saranno le condizioni interne» per un aumento di capitale, ma prima andrebbe cancellato dallo statuto il tetto del 4% al diritto di voto: «per andare sul mercato con l'aumento di capitale – precisa – sarà comunque indispensabile abolire quel vincolo che, lo dico a titolo personale, avrà effetti positivi anche per la Fondazione Mps e per il suo patrimonio». Oggi, assicura, «il gruppo è patrimonialmente solido e sul terreno operativo e del profilo finanziario sta recuperando i livelli pre-crisi. Dopo lo stop di febbraio, abbiamo ripreso a crescere sia per quanto riguarda la raccolta diretta che la vendita dei prodotti».
 
Sì all’azione di responsabilità In attesa del giudizio della magistratura sullo scandalo derivati e sulla vicenda Antonveneta, i primi a decidere se “condannare” o meno l'operato di GiuseppeMussari e Antonio Vigni saranno i soci del Monte in assemblea per votare l'azione di responsabilità ai danni dei due protagonisti della “mala gestio” di Rocca Salimbeni, costata il bilancio in rosso, aiuti di Stato per 4 miliardi e una fuga di depositi per altri svariati miliardi di euro. Spetterà quindi agli azionisti della banca, con la Fondazione Mps che già si è detta favorevole (leggi), dare il via libera all'azione di risarcimento, già avviata innanzi il Tribunale di Firenze, nei confronti dell'ex presidente e dell'ex direttore generale «per tutti i danni subiti e subendi dalla banca» in relazione ai derivati sottoscritti con Nomura e Deutsche Bank. Il tutto mentre sulle due banche d'affari pende una richiesta danni da 1,2 miliardi. L'accusa principale che viene mossa contro gli ex vertici è proprio l'offesa all'immagine e la lesione ai conti del gruppo. «L'emersione del carattere illecito delle operazioni in esame e delle loro conseguenze patrimoniali – si legge nella relazione degli amministratori depositata in vista dell'assemblea – ha esposto la banca ad un danno reputazionale che si è immediatamente tradotto in pregiudizi di ordine patrimoniale, tra cui in particolare il ritiro di depositi per alcuni miliardi, successivamente alla comunicazione al mercato e sulla stampa delle rivelazioni relative alle due operazioni con Nomura e Db». Nel corso dell'assemblea anche la nomina del secondo vice presidente dopo che lo scorso dicembre Turiddo Campaini aveva rassegnato le dimissioni, pur restando in consiglio. II secondo vice presidente – l'altro è Marco Turchi – dovrà essere scelto tra i componenti del Cda. Tra i papabili Alberto Aleotti e Lorenzo Gorgoni.