Nessun favoritismo del Governo Renzi a vantaggio del Maggio Fiorentino e a discapito di altri enti lirici tra cui il Teatro comunale di Bologna. Alla Camera il sottosegretario ai Beni culturali, Antimo Cesaro, ha rigettato l’accusa mossa a inizio marzo dalla Lega Nord. Ovvero che nella ripartizione dei fondi per gli enti lirici alle prese con la difficile quadratura dei bilanci ci fosse stato «un trattamento di favore» a vantaggio del Maggio Fiorentino «e di contro un trattamento discriminatorio nei confronti degli altri sette teatri lirici in contrasto con il dettame di legge che prevede il rapporto ‘contributi-virtuosita’ di comportamento-risanamento».
La sproporzione Il Carroccio aveva contestato anche un «evidente conflitto di interessi nell’operato del Governo» ma soprattutto una sproporzione che stride: di 146,2 milioni di euro da ripartire, al Maggio musicale fiorentino ne sono andati 33,4 contro i 29,3 al San Carlo di Napoli, i 25 dell’Opera di Roma, i 16,9 del Teatro comunale di Bologna, i 16,1 del Carlo Felice di Genova, i 12,9 del Verdi di Trieste, gli otto del Massimo di Palermo e i 4,5 del Petruzzelli di Bari. Eppure, disse il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Fedriga, il Maggio, primo «per aiuti di Stato, permane ultimo nella classifica per i risultati del proprio piano di risanamento». Altri teatri, tra cui Bologna, han fatto meglio.
Fondi alle situazioni di maggiori criticità Ma Cesaro ha escluso corsie preferenziali: la norma prevedeva che «l’accesso ai fondi fosse connesso a quanto necessario per raggiungere il risanamento e in particolare per risanare per quanto possibile il debito pregresso, dunque, implicitamente, destinando i fondi alle situazioni di maggiore criticità finanziaria». I criteri di assegnazione delle risorse «sono in linea con lo spirito della legge su debito maturato, capacità dei piani di generare risorse autonome per far fronte a una parte di debiti esistenti, la qualità e la profondità degli interventi previsti nel Piano di risanamento», ha specificato il sottosegretario. Il modo in cui le risorse sono state suddivise, è stato poi spiegato in commissione, e «l’intero processo di revisione dei Piani di risanamento e di assegnazione dei fondi, assai complesso, è stato completato senza che siano stati presentati ricorsi». Insomma, non c’è nessun favoritismo.
Fedriga: «Il Maggio sta creando nuovo debito» Ma Fedriga non si è convinto: «Il Maggio musicale fiorentino ha preso più soldi di tutti ed ha avuto anche le performances peggiori di tutti e oltretutto, non si va a risanare un debito pregresso, ma un nuovo debito che quel teatro sta creando, perché non ha rispettato alcun tipo di parametro». E allora, ha concluso, «mi domando se il vincolo necessario per ricevere finanziamenti dal Governo Renzi è essere più vicino possibile a Renzi, oppure se sono dei parametri oggettivi a cui tutti possono competere. Ho paura che, da questo bando, venga premiato Re Sole Renzi e un po’ meno la meritocrazia di chi sta lavorando per cercare di riportare regole e non sprecare i soldi pubblici».